Re: BMO 2016
Inviato: 07 mag 2016, 18:51
Diario olimpico giorno 1, pomeriggio
Conclusasi la gara i ragazzi si riposano e i giovani deputy (in seconda) e observer si dilettano a fotografare i compiti.
In seguito il nostro guido, fiero della propria città d'origine, presenta le bellezze locali: "che c'andiamo a fare a Tirana? Non c'è niente da vedere! Andiamo piuttosto al city-park". Il city-park, come ovvio dal nome, è un centro commerciale...
Nonostante la dubbia presentazione fornitaci dal guido, la squadra decide di dirigersi ugualmente a Tirana. Il mezzo prescelto è un autobus urbano lento e caldo (che fa anche una fermata di troppo al distributore di benzina...). Molto lento e molto caldo. Andando la guida ci sommerge di attente informazioni sull'Albania: "Tirana ha più di 1 milione di abitanti", "Il monte più alto è molto alto" e simili dettagli. Le parole della guida sono intervallate da visione celestiali come mucche che pascolano sull'autostrada, che il guido commenta con "Welcome to Albania", che probabilmente è la versione albanese di "Welcome to favelas".
Solo una volta arrivati scopriamo l'inganno: SIAMO A LATINA! L'observer si sente a casa e tutti gioiamo della scoperta. Tanto la periferia quanto il centro di Tirana coincidono con quelle di Latina, solo la lingua sembra non ricordare quella di Andrea (ma forse è un grande complotto).
Ad essere completamente onesti la città di Tirana non offre svariate attrattive, ma la squadra, sotto la (iper-)protettiva ala del guido (che si è moltiplicato (forse come le rane dello stagno) e sono diventate due guide) riesce comunque ad apprezzare il meglio che la città ha da offrire.
L'architettura ricorda quella fascista, ma tutto è molto più colorato: palazzi arancioni, blu e verdi sono uno standard. Un fiume, di cui vi alleghiamo un ricordo fotografico, sembra essere una fogna e invece è un fiume denominato Lana (ed anzi, forse è il più grande e forse è l'unico di Tirana). La squadra dopo essere riuscita a suonare una campana grazie ad una collaborazione internazionale, si dirige alla conquista del centro televisivo locale. Nonostante i forti inviti del guido a rinunciare all'impresa i nostri perseguono nella missione e, per la via più impervia, arrivano indenni alla sommità del centro televisivo (a differenza del guido che quasi perisce nell'impresa). Ci teniamo a ricordare il milite ignoto caduto nell'impresa per un problema di carattere tecnico-tattico alle suole delle scarpe (probabilmente manomesse dal nemico).
Durante la camminata abbiamo anche la possibilità di apprezzare la statua dell'eroe locale (che forse è vissuto nel '400, forse no) e cioè il grande [strike]Grothendieck[/strike]
La gita continua e veniamo cordialmente invitati da una guardia a visitare un museo d'arte. Qui, sotto l'occhio vigile di deputy e observer, i nostri ragazzi si quasi-abbioccano davanti ad un docufilm sulla vita, la morte, i miracoli e le opere di un autore albanese il cui nome risulta non pervenuto.
Infine, dopo aver fatto qualche foto davanti al politecnico di Tirana, i ragazzi tornano a passo moderato, con tanto di gelato in mano, verso la fermata dell'autobus.
Il ritorno in autobus presenta poche attrattive e molto sonno.
La chiusura di serata è mogia ma non spenta, silenziosa ma non muta. È un miscuglio di sensazioni indescrivibili che oscillano tra la fame e il sonno. Forti emozioni insomma.
La giornata dei ragazzi si chiude ascoltando con vivissima attenzione, curiosità, partecipazione e giubilo il discorso pre-gara di observer e deputy e ne escono al contempo arricchiti e sollevati.
Conclusasi la gara i ragazzi si riposano e i giovani deputy (in seconda) e observer si dilettano a fotografare i compiti.
In seguito il nostro guido, fiero della propria città d'origine, presenta le bellezze locali: "che c'andiamo a fare a Tirana? Non c'è niente da vedere! Andiamo piuttosto al city-park". Il city-park, come ovvio dal nome, è un centro commerciale...
Nonostante la dubbia presentazione fornitaci dal guido, la squadra decide di dirigersi ugualmente a Tirana. Il mezzo prescelto è un autobus urbano lento e caldo (che fa anche una fermata di troppo al distributore di benzina...). Molto lento e molto caldo. Andando la guida ci sommerge di attente informazioni sull'Albania: "Tirana ha più di 1 milione di abitanti", "Il monte più alto è molto alto" e simili dettagli. Le parole della guida sono intervallate da visione celestiali come mucche che pascolano sull'autostrada, che il guido commenta con "Welcome to Albania", che probabilmente è la versione albanese di "Welcome to favelas".
Solo una volta arrivati scopriamo l'inganno: SIAMO A LATINA! L'observer si sente a casa e tutti gioiamo della scoperta. Tanto la periferia quanto il centro di Tirana coincidono con quelle di Latina, solo la lingua sembra non ricordare quella di Andrea (ma forse è un grande complotto).
Ad essere completamente onesti la città di Tirana non offre svariate attrattive, ma la squadra, sotto la (iper-)protettiva ala del guido (che si è moltiplicato (forse come le rane dello stagno) e sono diventate due guide) riesce comunque ad apprezzare il meglio che la città ha da offrire.
L'architettura ricorda quella fascista, ma tutto è molto più colorato: palazzi arancioni, blu e verdi sono uno standard. Un fiume, di cui vi alleghiamo un ricordo fotografico, sembra essere una fogna e invece è un fiume denominato Lana (ed anzi, forse è il più grande e forse è l'unico di Tirana). La squadra dopo essere riuscita a suonare una campana grazie ad una collaborazione internazionale, si dirige alla conquista del centro televisivo locale. Nonostante i forti inviti del guido a rinunciare all'impresa i nostri perseguono nella missione e, per la via più impervia, arrivano indenni alla sommità del centro televisivo (a differenza del guido che quasi perisce nell'impresa). Ci teniamo a ricordare il milite ignoto caduto nell'impresa per un problema di carattere tecnico-tattico alle suole delle scarpe (probabilmente manomesse dal nemico).
Durante la camminata abbiamo anche la possibilità di apprezzare la statua dell'eroe locale (che forse è vissuto nel '400, forse no) e cioè il grande [strike]Grothendieck[/strike]
La gita continua e veniamo cordialmente invitati da una guardia a visitare un museo d'arte. Qui, sotto l'occhio vigile di deputy e observer, i nostri ragazzi si quasi-abbioccano davanti ad un docufilm sulla vita, la morte, i miracoli e le opere di un autore albanese il cui nome risulta non pervenuto.
Infine, dopo aver fatto qualche foto davanti al politecnico di Tirana, i ragazzi tornano a passo moderato, con tanto di gelato in mano, verso la fermata dell'autobus.
Il ritorno in autobus presenta poche attrattive e molto sonno.
La chiusura di serata è mogia ma non spenta, silenziosa ma non muta. È un miscuglio di sensazioni indescrivibili che oscillano tra la fame e il sonno. Forti emozioni insomma.
La giornata dei ragazzi si chiude ascoltando con vivissima attenzione, curiosità, partecipazione e giubilo il discorso pre-gara di observer e deputy e ne escono al contempo arricchiti e sollevati.