Progetto Gutenberg
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Qua:
http://www.gutenberg.org/etext/29913
si trova, tra l'altro, l'interessante testo seguente:
Conic Sections: Treated Geometrically by W. H. Besant
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SEMANTICA? E CHI LA HA MAI SENTITA
(sfrutto una breccia del sistema per fare un post ot che non può essere punito come ot)
SINDROME DI GUTENBERG
Dal nome di Johann Gänsfleisch zur Laden zum Gutenberg (Magonza, 1394-1399 circa – Magonza, 3 febbraio 1468), tipografo ed orafo tedesco, inventore della stampa a caratteri mobili in Europa).
Scoperta e descritta su se stesso dal dott. Stefano Kong-Marcelli nel 1990 e successivamente confermata e approfondita dal dott. prof. Cantelmo Pelagio D’Emilio, la Sindrome di Gutenberg consiste in un comportamento nevrotico-compulsivo, che appare in soggetti affetti da mania o come espressione maniacale nel disturbo bipolare, nel disturbo della personalità e raramente nella depressione maggiore. Dopo un periodo di sintomi aspecifici della sfera emotiva (apatia, indifferenza emotiva, disattenzione, bizzarria), la cui durata varia dai 6 mesi a 1-4 anni il paziente si convince di possedere un talento specifico in campo letterario, più spesso narrativo che saggistico. Ciò lo induce a comporre uno o più “manoscritti” e a richiederne la lettura ai familiari e agli amici più intimi per ottenerne un giudizio di stile e contenuto. A causa della non accettazione inconscia dei giudizi negativi, indifferenti o vagamente elogiativi ricevuti, e dal fallimento di ogni tentativo successivo di pubblicazione presso gli editori, la compulsione alla spedizione con richiesta di lettura si trasferisce su parenti lontani e conoscenti, infine su persone individuate a caso dagli elenchi telefonici e da gruppi di discussione e mailing list sul Web.
“Unico scopo della S. di Gutenberg è quello di sostenere un’autostima precaria” (Salmon B., Trot J., Coregon L. et al. in Annales of Psychotherapy 3/10 june 2003), indebolita da eventi stressanti duraturi (disoccupazione, matrimonio, allevamento, guida prolungata di scrivanie dotate di Word Processor, lavoro impiegatizio). La S. di Gutenberg si aggrava in speciali occasioni, quali la pubblicazione del libro di un amico affetto dallo stesso problema o la lettura di best-seller ritenuti dal malato solitamente di infima qualità e/o pubblicati grazie a mercimonio generico, nel caso di autore maschile, o di mercimonio corporale, nel caso di autrice.
Sintomo conclusivo è spesso quello definibile “biblioaccattonaggio”, che consiste nel proporre a ignari passanti, con un grado più o meno severo di indifferenza verso la lettura, per lo più in occasione di fiere librarie o agroalimentari, del proprio libro stampato a pagamento.
Fatti salvi alcuni rari casi in cui il paziente si trasforma dapprima in editore delle proprie opere e poi di quelle altrui con il fine di individuare altri “veri talenti” affinché non subiscano i rifiuti di pubblicazione da lui sofferti, la S. di Gutemberg è benigna, ed è “risolvibile con trattamenti di tipo psicoterapico comportamentale cognitivo” (Carp M. The Psychiatrist iii-10 124-128, Tink J-P.Pyndaric Fly and Gutenberg’s Syndrom Effective Cognitive Treatments).
Le modalità note di insorgenza e trasmissione sono per generazione spontanea (Elia Spallanzani, 2005) e per contagio (Trojan, 2006).
da la Fondazione Elia Spallanzani
SINDROME DI GUTENBERG
Dal nome di Johann Gänsfleisch zur Laden zum Gutenberg (Magonza, 1394-1399 circa – Magonza, 3 febbraio 1468), tipografo ed orafo tedesco, inventore della stampa a caratteri mobili in Europa).
Scoperta e descritta su se stesso dal dott. Stefano Kong-Marcelli nel 1990 e successivamente confermata e approfondita dal dott. prof. Cantelmo Pelagio D’Emilio, la Sindrome di Gutenberg consiste in un comportamento nevrotico-compulsivo, che appare in soggetti affetti da mania o come espressione maniacale nel disturbo bipolare, nel disturbo della personalità e raramente nella depressione maggiore. Dopo un periodo di sintomi aspecifici della sfera emotiva (apatia, indifferenza emotiva, disattenzione, bizzarria), la cui durata varia dai 6 mesi a 1-4 anni il paziente si convince di possedere un talento specifico in campo letterario, più spesso narrativo che saggistico. Ciò lo induce a comporre uno o più “manoscritti” e a richiederne la lettura ai familiari e agli amici più intimi per ottenerne un giudizio di stile e contenuto. A causa della non accettazione inconscia dei giudizi negativi, indifferenti o vagamente elogiativi ricevuti, e dal fallimento di ogni tentativo successivo di pubblicazione presso gli editori, la compulsione alla spedizione con richiesta di lettura si trasferisce su parenti lontani e conoscenti, infine su persone individuate a caso dagli elenchi telefonici e da gruppi di discussione e mailing list sul Web.
“Unico scopo della S. di Gutenberg è quello di sostenere un’autostima precaria” (Salmon B., Trot J., Coregon L. et al. in Annales of Psychotherapy 3/10 june 2003), indebolita da eventi stressanti duraturi (disoccupazione, matrimonio, allevamento, guida prolungata di scrivanie dotate di Word Processor, lavoro impiegatizio). La S. di Gutenberg si aggrava in speciali occasioni, quali la pubblicazione del libro di un amico affetto dallo stesso problema o la lettura di best-seller ritenuti dal malato solitamente di infima qualità e/o pubblicati grazie a mercimonio generico, nel caso di autore maschile, o di mercimonio corporale, nel caso di autrice.
Sintomo conclusivo è spesso quello definibile “biblioaccattonaggio”, che consiste nel proporre a ignari passanti, con un grado più o meno severo di indifferenza verso la lettura, per lo più in occasione di fiere librarie o agroalimentari, del proprio libro stampato a pagamento.
Fatti salvi alcuni rari casi in cui il paziente si trasforma dapprima in editore delle proprie opere e poi di quelle altrui con il fine di individuare altri “veri talenti” affinché non subiscano i rifiuti di pubblicazione da lui sofferti, la S. di Gutemberg è benigna, ed è “risolvibile con trattamenti di tipo psicoterapico comportamentale cognitivo” (Carp M. The Psychiatrist iii-10 124-128, Tink J-P.Pyndaric Fly and Gutenberg’s Syndrom Effective Cognitive Treatments).
Le modalità note di insorgenza e trasmissione sono per generazione spontanea (Elia Spallanzani, 2005) e per contagio (Trojan, 2006).
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Re: SEMANTICA? E CHI LA HA MAI SENTITA
Sistema? Grazie per la lezione di psicologia ma questo forum è amministrato da esseri umani che possono calciorotare i tuoi post senza tanti complimenti o considerazioni semantichecyclocephaly. ha scritto:(sfrutto una breccia del sistema per fare un post ot che non può essere punito come ot)
Viviamo intorno a un mare come rane intorno a uno stagno. (Socrate)
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Secondo me è utile anche vedere una soluzione sbagliata, con spiegato sotto perché non funziona. Io non cancellerei mai una soluzione solo perché è sbagliata. Però a volte gli autori stessi della soluzione si "vergognano" e si autocensurano la soluzione. Mah. Sbagliamo tutti, nascondere gli errori non serve.cyclocephaly. ha scritto:per esempio, se io faccio un post con dentro la risoluzione di un problema, ma la sbaglio, sono ot o no?
--federico
[tex]\frac1{\sqrt2}\bigl(\left|\text{loves me}\right\rangle+\left|\text{loves me not}\right\rangle\bigr)[/tex]
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Già, proprio tutti, tutti http://www.youtube.com/watch?v=wVxs_6hHhIAfph ha scritto: Mah. Sbagliamo tutti, nascondere gli errori non serve.
Più sul serio:l'attuale firma di jordan dice una cosa interessante al riguardo.
Lo stolto è colui che dice quello che sa.Il saggio è colui che sa quello che dice.
"And then one day you find,ten years have got behind you,no one told when to run,you missed the starting gun"
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ahahah, ma per favore risparmiami questi insegnamenti da cartone disney (che non è quello che volevo sapere)Mah. Sbagliamo tutti, nascondere gli errori non serve.
ehm, quello che invece intendevo è che entrambe le cose si basano su una incomprensione a livello semantico che genera outup o risposte sbagliate. tanto più che con un post come il mio, ammettendo che sia in buona fede - cosa che è condizione necessaria per fare una moderazione oggettiva -, io non posso essere sicuro di essere nel giusto, almeno fino a che l'OP non mi spiega per benino che cosa intendeva, cioè solo quando ho una conferma a posteriori, il che ammette che io posso benissimo aver preso un granchio. mentre un problema ad es. essendo già codificato in un linguaggio abbastanza perfetto, non dovrebbe essere soggetto a interpretazione.
perciò a livello di "offtopic-alità", "soluzione sbagliata" > "incomprensione linguistica". ciò per dire che anche per i moderatori ninja ci sono delle sottigliezze che MA, EHI! NON ERA MICA MIA INTENZIONE DIRE COSE BANALI IO VOLEVO SOLO CONDIVIDERE UN TESTO PER ESSERE UN OTTIMA UTENZA !1!!!