Voglio ricordare (per i piu' distratti) che tutta la diatriba è nata dopo che un utente,stellacometa2003, ha affermato
Trovo che i prof di matematica riescono a sentire qualcosa nella matematica che solitamente è difficile da sentire...Loro la matematica la VIVONO nel vero senso della parola.
Voi che dite???
E io ho detto: non è vero. Detta come dice questo utente vuol dire che la stragrande maggioranza dei professori di matematica sentono questa vena ispiratrice mentre spiegano, toccano a matematica, sanno già dove vanno a finire, sono immersi nella materia.
La cosa invece andava detta così:
Trovo che qualche prof di matematica riesca a sentire qualcosa nella matematica che solitamente è difficile da sentire...Egli la matematica la VIVE nel vero senso della parola.
Voi che dite???
Questo mi suona molto molto meglio. Non vorrei sbagliarmi ma da come leggo..stellacometa2003 deve essere qualche studente di qualche liceo che ora sta iniziando a studiare un pò di matematica e vede che poiché il suo professore sa risolvere qualche problemino apparentemente complesso di geometria analitica o analisi, egli sia un dio, sia bravo... sia il migliore, vive la matematica, sa tutto, pensa a numeri invece che a parole. Volevo con i miei post riportarla nel mondo reale visto che le cose non stanno proprio come pensa lei.
Eccetto casi rarissimi, piu' unici che rari, questi professori che tu vedi non vivono nessuna matematica...anzi vanno moltissimo a memoria. 'Vivere' la materia, ovvero essere veri padroni di essa, possono permetterselo pochissimi professori.
Da quì siamo giunti con un passaggio logico tutt'altro difficile da capire che l'insegnamento da almeno la metà dei professori non è visto come un lavoro completamente grAtificante... e non lo dico io.. si vede ormai che le cose stanno così. Il 50% (ma sono in realtà in +)non è una percentuale trascurabile. Ma c'è di peggio, molto peggio: ho sentito anche confrontandomi con altri miei amici di univ, che il compito ministeriale di matematica per liceo scientifico dato alla maturità non era fattibile per gli stessi prof (come è capitato nel mio liceo) capita ogni anno in vari licei d'italia. I professori non sanno fare un compito del genere dopo aver insegnato per anni quelle cose e lo pretendono dagli alunni (a cui magari non hanno neanche spiegato tutte le tecniche di calcolo). Vista la situazione a dir poco penosa di questa classe docente, stellacometa2003 si permette di dire che i matematici (suppongo conosca qualche professore di liceo) vivono la materia... e io questo l'ho interpretato come ''la sanno fino in fondo'' invece ciò non è affatto vero.
Si parla di ingegneri scarsi e incapaci..ce ne sono... ma i matematici che girano nei nostri licei sono proprio niente male...
Magari piacerà pure studiare a matematica ma dal momento che occupate le cattedre vi dimostrate davvero svogliati e poco padroni della materia che
insegnate. Ripeto che poiché il principale e naturale sbocco di una laurea in matematica è l'insegnamento... non interessa se all'università, alle superiori o alle elementari, sto lamentando un evidente malcontento professionale della classe dei matematici. Ciò va a discapito della didattica della matematica in italia...
non è un caso che gli studenti italiani non sanno la matematica, con la nostra classe docente neanche i cinesi la saprebbero e neanche qualsiasi extraterrestre piu' intelligente di noi. Se in Italia l'ingegneria è a livelli scarsi, la matematica davvero non scherza. Quindi inutile lanciare frecciatine sugli ingegneri incapaci. Mi sa che in italia un pò tutto funziona poco perfettamente... e la colpa non è certo degli ingegneri che non sanno la matematica o dei matematici che non sanno risolvere il compitino di matematica della maturità dopo 15 anni di insegnamento...insomma diciamolo che siamo sulla stessa barca un pò tutti ed è inutile lanciare delle frecce dall'una o dall'altra parte perchè rischiamo davvero di farla affondare. Molto piu' costruttivo sarebbe invece il fatto che i matematici fossero ENTUSIASTI, CONTENTI,GRATIFICATI del loro lavoro (cosa che davvero non riesco,con tutta la mia buona volontà, a vedere) ed INCORAGGEREBBERO gli ingegneri a fare del loro meglio, a prescindere dalle loro capacità innate. Siamo pur sempre discendenti delle scimmie, non macchine elettroniche programmate. Solo sotto quest'ottica le cose potrebbero andare un pò meglio. Invece oggi si pensa solo a vedere la pagliuzza nell'occhio del vicino senza guardare la pietra nel proprio occhio.