Un testo di fisica dà come spiegazione dell'utilizzo di voltaggi molto alti nelle linee di trasmissione dell'elettricità, il fatto che essendo la potenza dissipata P=I2R, è eglio usare le più basse correnti I e le più alte differenze di potenziale V per una fissata potenza fornita P = IV ed una data resistenza della linea. Uno studente può chiedere: "perché non diciamo che la potenza è anche data da P=V2/R, cosicché necessitiamo di elevate correnti I e basse tensioni V? Spiegare perché tale ragionamento è sbagliato.
Il quadrupolo va come $ z^{-4} $, quindi minimo 4 cariche, che dite?All'interno di una sferetta dielettrica si trovano delle cariche puntiformi tutte dello stesso valore assoluto, ma di segno diverso. Si studia il sistema misurando la forza che esso esercita su una carica puntiforme esterna. Si osserva che quando la distanza fra la carica di prova e la sfera è molto più grande del raggio della sfera la forza decresce con la quarta potenza della distanza: F proporzionale a 1/r^4. Qual'è il minimo numero di cariche puntiformi presenti nella sfera perché ciò sia possibile?
Carica puntiforme, dipolo, quadrupolo... possiamo generalizzare? Forse però è un'idea sbagliata.
A me viene sta cosa qua, boh... $ $\frac{\sqrt{4l^{2}-L^2}}{L^3} = \frac{4\pi \epsilon_{0}}{\sqrt{3}} \frac{mg}{q^2}$ $Tre sferette conduttrici identiche di massa m sono sospese nel vuoto ad un punto comune mediante fili non conduttori identici di lunghezza l. A ciascuna di esse si comunica la stessa carica elettrica q. Per quale ragione esse si dispongono, all’equilibrio, ai vertici di un triangolo equilatero? Scrivere la relazione tra il lato di tale triangolo, la massa m, la carica elettrica q delle palline, e la lunghezza l dei fili trascurando il loro peso. Applicare la relazione al caso m = 0.5 g, l = 1 m, q = 10 franklin.
Una sorgente molto collimata manda un raggio luminoso contro una sfera riflettente di raggio r. La distanza della sorgente dal centro della sfera è L. Nella disposizione originale il raggio è orizzontale ed incide sulla superficie della sfera in modo da riflettersi su se stesso. Inclinando il raggio incidente anche il raggio riflesso cambia. Si trovi l'inclinazione necessaria, rispetto all'originaria direzione orizzontale, affinché il raggio riflesso sia verticale.