La mamma me lo dice sempre di non parlare di altre persone, quando sono assenti; è colpa mia che non l'ascolto. Lasciamo stare Maria, colpevole solo di essersi sfogliata per qualche giorno questo testo, senza avere alcuna lezione di università sulle spalle, e di averlo considerato molto difficile.
Ma parliamo invece del caro Da Prato (il libro, non la persona). Ho condiviso l'esperienza di studiare su questo testo con tutti i normalisti del mio anno e tutti noi, persino il mitico Simone Di Marino (pardon, no scusate cancellate, avevo detto che non lo facevo più, sì va bene mamma la pianto!), dicevo, tutti noi abbiamo dovuto sbatterci la testa parecchio, specialmente per quanto riguarda gli ultimi capitoli. E' chiaro che il concetto di "teoremoni assurdi" è relativo alla mia visione di studente del primo anno. Proprio come per un ragazzo delle medie, la formula risolutiva delle equazioni di secondo grado, è un teoremone assurdo. E' vero che tutte le cose che ci sono in quel libro vengono poi affrontate negli anni successivi anche in università. Posso anche concordare che l'approcio di quel libro non sia spericolato.
Tuttavia mi sembra proprio un buon testo per una persona, ad esempio uno studente del primo anno, che si voglia accostare all'analisi in modo un po' più approfondito del solito: parte da cose semplici, introducendole con calma, rigorosamente (!!!) e con un bel grado di generalizzazione e pian piano, capitolo per capitolo, sale fino ad arrivare alle alte vette. Certo capisco che per un laureato quelle possano sembrare colline, ma uno che inizia le paragona più facilmente all'Himalaya.
Tutto qua. Mi sono permesso solo di enfatizzare un po' questo testo un po' per affetto personale al corso che ho seguito, un po' perché questo è un forum dove la maggior parte degli utenti è o delle superiori o ha appena iniziato l'università e quindi credo che alla vista di quei teoremi li giudichi, come me, "teoremoni assurdi".
Ovviamente se avete altri testi da consigliare, ben vengano!
Ciao ciao a tutti.
