Beh allora si dimostra che la somma degli allungamenti $ \displaystyle x_1 $ e $ \displaystyle x_2 $ di ciascuna molla dovuti a una forza $ \displaystyle F $ corrisponde a quello che si avrebbe, con la stessa forza, sostituendo ad esse un'unica molla con costante elastica inferiore alle prime due. Poichè la forza si propaga ugualmente in entrambe le molle, è chiaro che:
$ \displaystyle F = -k_1x_1 $ e $ \displaystyle F = -k_2x_2 $
ma poichè l'allungamento totale $ \displaystyle x_{tot} $ è uguale alla somma di $ \displaystyle x_1 $ e $ \displaystyle x_2 $, allora, chiamando $ \displaystyle k_{eq} $ la costante dell'ipotetica molla equivalente, abbiamo anche che:
$ \displaystyle F = -k_{eq}(x_1 + x_2) $
da cui ricaviamo, dopo un paio di semplici conti e semplificazioni, che:
$ \displaystyle \frac {1}{k_{eq}} = \frac {1}{k_1} + \frac {1}{k_2} $
(da notare l'analogia con la capacità equivalente di condensatori in serie). Per trovare la frequenza, basta così applicare la formula apposita:
$ \displaystyle \nu = \frac {1}{2\pi}\sqrt {\frac {k_{eq}}{m}} $
Non ho voglia di TeXare l'espressione finale

!
Ah e aggiungo che ragionando allo stesso modo si dimostra che due molle di lunghezza identica e tra loro parallele sono equivalenti ad un'unica molla con costante elastica pari alla somma delle costanti delle prime due

(proprio come nei condensatori in parallelo).