Buongiorno a tutti, vorrei condividere una riflessione dopo avere letto questa intervista a Ludovico Pernazza (che non conosco personalmente) https://www.mathisintheair.org/wp/2021/ ... i-dellumi/ con cui concordo praticamente su tutto.
Io non sono un matematico professionista, anche perché trent'anni fa non ho trovato nessuno che potesse/sapesse realmente guidarmi all'interno del mondo della matematica, ma sono attivo in altri campi della scienza e cerco di utilizzare anche lì la forma mentis, e la cultura matematica, che appresi trent'anni fa partecipando in solitaria alle olimpiadi della matematica.
Ed è proprio questo il punto: trent'anni fa. Se trent'anni fa avessi avuto a disposizione gli strumenti che esistono oggi, probabilmente oggi sarei un matematico professionista anch'io.
Era la metà degli anni '90 e Internet era da poco arrivata in Italia. Non c'erano i forum sul web, e si tirava a campare con email di solo testo da scaricare molto lentamente. Persone come me, che si avvicinavano al mondo della matematica completamente da sole perché nessun conoscente era del settore, avevano grosse difficoltà a reperire materiale su cui studiare. Dovrei tuttora ringraziare un mio compagno di scuola, molto benestante, che aveva già a disposizione il collegamento Internet a casa (all'epoca ce l'avevano solo alcune università e grandi enti pubblici) e, con infinita pazienza a causa della lentezza della linea telefonica tradizionale, poteva scaricarmi qualche PDF con degli esercizi. Tra l'altro gli esercizi erano spesso in inglese, e a quei tempi io ancora non parlavo l'inglese (poi mi sono trasferito in America, ma è un'altra storia). Il materiale in italiano forse esisteva pure, ma era scarso. In altre parole, all'epoca, chi vinceva le olimpiadi della matematica era 1. una delle rare persone in Italia che poteva far affidamento su qualche buon maestro, a casa o a scuola, 2. oppure un super-genio, ancora più raro, che risolveva tutti i problemi solo con l'intuito e non aveva bisogno di studiare nulla. Tutti gli altri ragazzi, per esempio coloro che erano appassionati e brillanti ma avevano bisogno di apprendere cose nuove ed essere guidati in un percorso di formazione, restavano tagliati fuori.
Insomma, vi rendete conto quanto era difficile studiare? Ripeto, mi riferisco a chi faceva tutto da solo, da autodidatta. Pensate, invece, a quanto sia diversa la situazione oggi.
C'è una cosa che ho imparato dalle olimpiadi della matematica: cos'è la vera matematica. Non è certo quella della scuola, e nemmeno dei primi anni di università, compresi quelli del corso di laurea in matematica. E direi che a volte non è neppure quella post-universitaria, dove trovo articoli contenenti un sacco di fuffa senza alcuna utilità e soprattutto senza alcun fascino. Oggi, per me la matematica è quella della congettura di Goldbach, ma anche quella dell'ultimo teorema di Fermat, che bisognerà risolvere in maniera più "semplice" (passatemi il termine…) rispetto alla monumentale dimostrazione del prof. Wiles, da me incontrato di persona successivamente.
PS: forse era meglio inserire questo post nella sezione delle presentazioni?