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Linguaggio e matematica

Inviato: 12 mar 2005, 23:18
da mizu
Può il linguaggio, cioè la lingua parlata in un determinato luogo, influenzare l'apprendimento della matematica o in generale "l'abilità matematica"?

Inviato: 13 mar 2005, 01:53
da pazqo
Ho seguito una conferenza sull'argomento in autunno.
Sembra che lingue come l'arabo abbiano una struttura logica molto vicina a quella matematica. Poche parole, ma mettendole assieme si costruiscono sintagmi molto complicati: ad esempio, invece di "casa" si può dire "dove si abita", e si coniuga in numero e genere l'intera espressione. Queste lingue perdono colpi sulla consecutio temporum, avendo pochi tempi verbali. Tuttavia, questa struttura di "scatole cinesi" permette di costruire perifrastiche molto complicate, che sarebbero molto più complicateda rendere in italiano.
Questo non significa che in arabia siano più bravi in matematica. Però, in teoria, la loro lingua è più "logica".
Se dovessimo fare gli statistici, direi che la lingua che maggiormente influenza la capacità matematica è il cinese. Anche perché, assieme all'hindù, è la lingua più parlata al mondo :-)

Inviato: 13 mar 2005, 07:30
da MindFlyer
Nota linguistica:
"mizu" significa "acqua" in Giapponese. :D

Inviato: 13 mar 2005, 10:04
da mizu
MindFlyer ha scritto:Nota linguistica:
"mizu" significa "acqua" in Giapponese. :D
Conosci il giapponese?

Inviato: 13 mar 2005, 15:29
da Melkon
secondo me, no. (rispondo al sondaggio, non metto in dubbio abilità linguistiche di Mind...!)
Tant'è che tante volte si ha un idea precisa di come risolvere un problema, ma spiegarlo e formalizzarlo è un casino! (o forse questa è dislessia?!?...)

Inviato: 16 mar 2005, 15:00
da Marco
Secondo me sì. Provate ad andarvi a leggere come venivano espresse le equazioni ai tempi di Fibonacci o giù di lì e vi chiederete come diavolo hanno fatto Cardano e compagnia briscola per risolvere eqz di terzo e quarto grado....

Inviato: 16 mar 2005, 17:35
da Loth
Marco ha scritto:Secondo me sì. Provate ad andarvi a leggere come venivano espresse le equazioni ai tempi di Fibonacci o giù di lì e vi chiederete come diavolo hanno fatto Cardano e compagnia briscola per risolvere eqz di terzo e quarto grado....
Tanto per fare un esempio:
Quando le cose e li cubi si eguagliano al numero, ridurrai l’equazione a 1 cubo partendo per la quantità delli cubi, poi cuba la terza parte delle cose, poi quadra metà dil numero e questo suma con il detto cubato, et la radice di detta summa più la metà del numero fa un binomio et la radice cuba di tal binomio, men la radice cuba del suo residuo val la cosa
Di che si parla secondo voi?