dimostrazioncina di una formula di relatività
Inviato: 15 mag 2005, 08:13
Conoscete bene la formula per la velocità relativa "w" tra "v" e "u" in relatività ristretta:
w=(v-u)/(1-u*v/c^2)
Vi propongo questa piccola, stupida dimostrazioncella.
Sappiamo che in relatività galileiana w=v-u, ma basta tirare in ballo l'elettromagnetismo per dimostrare che è errata.
Supponiamo che la vera w sia v-u moltiplicata per una funzione correttiva:
w=(v-u)*f(u,v)
ora sappiamo a priori alcune proprietà di f:
la velocità relativa di v rispetto a u è esattamente opposta a quella di u rispetto a v, quindi
[1] f(u,v)=f(v,u);
la velocità relativa di v rispetto a u=0 è proprio v:
[2] f(0,v)=1
sappiamo che se v=c , w=c quindi
[3] f(u,c)=1/(1-u/c)
[4] Supponiamo che f sia continua in un intorno di (0,0) e tale che esista il limite di f(u,v) per (u,v) -> (0,0);
Prendo quindi g(u,v)=1/f(u,v)
la proprietà [3] diventa:
[3] g(u,c)=1-u/c;
[5] supponiamo g(u,v) che sia sviluppabile come serie di potenze nell'intorno di (0,0);
mi scuso di non sapere usare il latex
g(u,v)=sum[Aij*(u^i)*(v^j)]
dalla [2] e dalla [4] A00=1;
dalla [1] Aij=Aji (cioè i termini misti tra u e v hanno i coefficienti simmetrici);
dalla [2] A0j=0; e quindi con la [1] Ai0=0; (cioè rimangono solo i termini misti di u e v);
dalla [3] e dalla [1] Aij=0 per i>1 e/o per j>1, quindi restano solo A00 e A11;
ancora dalla [3] deduco che A11=1/c^2;
w=(v-u)/(1-u*v/c^2)
Vi propongo questa piccola, stupida dimostrazioncella.
Sappiamo che in relatività galileiana w=v-u, ma basta tirare in ballo l'elettromagnetismo per dimostrare che è errata.
Supponiamo che la vera w sia v-u moltiplicata per una funzione correttiva:
w=(v-u)*f(u,v)
ora sappiamo a priori alcune proprietà di f:
la velocità relativa di v rispetto a u è esattamente opposta a quella di u rispetto a v, quindi
[1] f(u,v)=f(v,u);
la velocità relativa di v rispetto a u=0 è proprio v:
[2] f(0,v)=1
sappiamo che se v=c , w=c quindi
[3] f(u,c)=1/(1-u/c)
[4] Supponiamo che f sia continua in un intorno di (0,0) e tale che esista il limite di f(u,v) per (u,v) -> (0,0);
Prendo quindi g(u,v)=1/f(u,v)
la proprietà [3] diventa:
[3] g(u,c)=1-u/c;
[5] supponiamo g(u,v) che sia sviluppabile come serie di potenze nell'intorno di (0,0);
mi scuso di non sapere usare il latex
g(u,v)=sum[Aij*(u^i)*(v^j)]
dalla [2] e dalla [4] A00=1;
dalla [1] Aij=Aji (cioè i termini misti tra u e v hanno i coefficienti simmetrici);
dalla [2] A0j=0; e quindi con la [1] Ai0=0; (cioè rimangono solo i termini misti di u e v);
dalla [3] e dalla [1] Aij=0 per i>1 e/o per j>1, quindi restano solo A00 e A11;
ancora dalla [3] deduco che A11=1/c^2;