TADW_Elessar
: È molto più semplice:
La forza elettromotrice ha dimensioni Joule/Coulomb. Infatti si definisce come il lavoro compiuto per unità di carica, come ho scritto prima.
Ha ragione TADW_Elessar, sto andando troppo in dettaglio, per chiarire definitivamente i tuoi dubbi su forza elettromotrice, basta rivedere la definizione: la forza elettromotrice è il lavoro compiuto per unità di carica.
Non interessa sapere quali forze stiano spostando la carica!
Per chiarire il concetto di f.e.m. senza invocare la legge di Ohm:
in un certo istante di tempo il circuito è attraversato da una corrente, e questa corrente è istantaneamente identica in tutti i punti del circuito, perché altrimenti violeresti la conservazione della carica elettrica (la corrente che entra in una parte del circuito non sarebbe uguale alla corrente che esce.... ).
Il campo di forza in generale può essere variabile, e se vuoi sapere la potenza istantaea, devi calcolare il lavoro totale dL fatto su tutte le cariche del circuito in un intervallo di tempo infinitesimo dt.
dL=sum[dL_j]
Dividi il circuito in sezioni di area A_j e lunghezza dl_j.
Scegli ogni dl_i in modo che sia esattamente uguale a v_j*dt, cioè uguale alla veloctà media dei portatori all'interno della sezione "j".
In questo modo la carica in moto contenuta nella sezione i*dt
la fem istantanea è definita come:
f.e.m.=dL/dq=dL/[i*dt]
dL/dt è proprio la potenza totale assorbita dal circuito in quell'istante.
P=dL/dt
quindi vedi subito che:
P=f.e.m.*i
Dato che il campo esterno può essere variabile, ha più senso definire la fem in funzione della potenza istantanea totale assorbita dal circuito (che è ben definita e istantanea).
f.e.m.(t)=P(t)/i(t)
L'altra definizione faceva pensare al lavoro medio fatto su un portatore di carica che attraversa l'intero circuito, ma può fare confusione se si pensa appunto che il campo di forza è variabile e quindi non ha molto senso usare questo lavoro nella definizione... meglio usare la potenza istantanea...
Se poi torni al discorso della legge di ohm, vedi che il calcolo di questa potenza è molto simile a quello che si faceva quando il campo di forza era un campo puramente elettrostatico... per cui se definisci la resistenza del circuito come:
R=P(t)/[I(t)^2]
dove P(t) è la potenza dissipata, grazie alla legge di Ohm locale vedi che questo rapporto è costante ed è una caratteristica della tua spira.
Credo che la legge di Ohm fosse stata sviluppata inizialmente per un modello di un fluido che scorre in delle tubature che fanno attrito su questo fluido, rallentandolo...
e questo paragone ti aiuta nel visualizzare come puoi immaginare la "resistenza" di un circuito come la misura dell'attrito che si oppone alla corrente che circola... non importa "cosa" stia spingendo questa corrente... per esempio, se ai capi di una resistenza c'è una differenza di temperatura, ci sarà una corrente netta che scorre nella resistenza... la dissipazione di potenza all'interno del circuito seguirà la legge di ohm, ma quello che spinge la corrente ovviamente non è un campo elettrostatico (è solo la differenza tra la "pressione" dovuta alla differenza di energia cinetica media tra le particelle alle due estremità).