piever ha scritto:Complimenti a rigor mortis per il primato nella sezione "dimostrativi nuovi", l'unica che potesse vagamente assomigliare alla modalita' di svolgimento di una gara IMO. Ricordiamo infatti che questo test contribuira' a decidere i partecipanti a tale gara, nella quale non si devono fare 16 esercizi in 4 ore e mezza ne' si conoscono gia' gli esercizi assegnati... Ah, quasi dimenticavo, non c'e' neanche un test a crocette alle IMO, o almeno cosi' mi sembra di ricordare...
Nondum matura est, nolo acerbam sumere!
Diciamo innanzitutto che io non sono l'ideatore delle modalità di verifica dello stage senior, nè ho motivi per difenderle o possibilità di spiegarvene i motivi. Posso però dirvi quel che mi è parso di capire in 3 anni che insegno al senior e ne correggo i compiti finali. Se non vi interessa, non vi biasimo per non leggere il resto del messaggio.
Non è umano assorbire completamente gli insegnamenti ricevuti in maniera intensiva in 5 giorni, non è possibile imparare a padroneggiare strumenti teorici completamente nuovi dopo 2 o 4 ore di lezione e/o esercizi.
Non è questo che si pretende da chi, per la prima volta, arriva al senior.
Però lo si può richiedere a chi è stato per ben più tempo esposto a simili insegnamenti e ne ha già testato l'utilità e l'applicabilità in gare internazionali.
E lo si deve richiedere!
Credetemi, non mi sono divertito a fare sistemi lineari per un anno e limiti di successioni per ricorrenza, o integrali e calcoli di errore per gli algoritmi per computer; penso che nessun giocatore di pallavolo straveda per stare mezz'ora a palleggiare o schiacciare o recuperare in bagher con un'altra persona; temo che nessun pittore impazzisca quando deve semplicemente imparare a mischiare i colori; non c'è un pianista che non odi dal profondo dover fare esercizi di tecnica ritmica su un pezzo, snaturandolo semplicemente per imparare i movimenti delle dita.
Però, tutti costoro sanno che dovranno imparare la tecnica, i fondamentali, prima di poter fare matematica, sport, pittura, musica. E che verranno testati prima di tutto sulla tecnica e solo quando questa sarà assodata anche sulla propria arte.
Del resto, quando si testa sull'arte, si richiede la capacità di scegliere quale tecnica applicare, quale tra le tante scegliere e portare avanti; al contrario, quando si testa sulla tecnica, si vuole cercare di verificare l'apprendimento di tutte le tecniche, senza richiesta di troppa rielaborazione. Si devono dunque approntare molti esercizi specifici e (a volte) brutti, costruiti ad hoc per l'applicazione di una tecnica, dunque probabilmente aridi e non stimolanti per la fantasia, forse addirittura stancanti, ma necessari.
Al primo anno di matematica mi sono sentito dire che anche il più idiota del secondo anno ne sapeva comunque più di me e poteva seppellirmi su molti argomenti semplicemente per la sua frequentazione della materia, per la conoscenza anche solo stupidamente mnemonica di fatti teorici e metodi di soluzione di esercizi ... è ovvio che è più bello risolvere qualcosa inventando con le proprie forze, ma non sempre (quasi mai) è possibile in tempi umani.
E, a margine, vi dico che per quel che ho visto, la matematica è così e anche peggio. Servono anni prima di poter lavorare in un settore, per accumulare tutta la conoscenza ottenuta fino ad oggi, impratichirsi con le tecniche tipiche, apprendere tutti i lemmi e le proprietà utili che si utilizzano comunemente.
E' dunque sensato, imho, far avere un peso alle bieche conoscenze tecniche nella selezione per le competizioni internazionali, in cui comunque i "fatti noti portati da casa" sono tremendamente importanti. Il peso ovviamente sarà minore di quello attribuito alla capacità di affrontare problemi dimostrativi e selezionare le tecniche e gli approcci adatti, ma non sarà nullo.
Questo è quel che penso io, forse Max o Francesco vorranno smentirmi, ma non mi sembra così assurda come interpretazione.