standing ovation Francesco... questa idea purtroppo non sempre è chiara abbastanza. E aggiungo altro ancora: che il semplice fatto di divertirsi nel risolvere, o nel combattere contro, qualche problema difficile dovrebbe invece essere un buon indicatore di quanto possa piacere il fare matematica.FrancescoVeneziano ha scritto:Marcuz, le Olimpiadi, specialmente Archimede e febbraio, sono soprattutto gare di velocità; nella vostra camera, con tempo sufficiente, dovreste essere tutti in grado di risolverle completamente.
In matematica invece la velocità è tutt'altro che importante mentre contano altre abilità tra cui l'attitudine al problem-solving, per la quale le Olimpiadi sono un'eccellente esercizio, ma anche la capacità di porsi i problemi giusti o di considerare una teoria nel suo insieme.
Le Olimpiadi devono servire per appassionarvi alla matematica, non come banco di prova per stabilire la propria "bravura" in una materia che ancora non conoscete; se la matematica ti piace e vuoi iscriverti a matematica una gara non è un buon motivo per cambiare idea.
Eviterei di trarre dal non riuscire a risolvere rapidamente dei problemi (che con un po' di destrezza si potrebbero risolvere rapidamente) l'indicazione di non essere portati verso la matematica: può essere davvero una conclusione fuorviante. Il discorso sarebbe lungo, ma taglio qui.
Invece, una cosa davvero importante, direi irrinunciabile, è il sapere o meno riconoscere una soluzione rispetto a una non-soluzione. Se almeno c'è questo, e c'è un po' di pazienza, poi si può lavorare e costruirci sopra, gare o non gare.