E' dato un grafo G ed un sottoinsieme E dei suoi archi. Mostrare che E è un taglio se e solo se, per ogni ciclo, E ha in comune con esso un numero pari di archi.
(Definizione di taglio: data una partizione dei nodi di G in due sottoinsiemi A e B, l'insieme degli archi che hanno un estremo in A e l'altro in B è detto taglio.)
Che tajo, 'sta caratterizzazione dei tagli!
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- federiko97
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Toh, che problema simpatico... Anche se mi ci è voluto qlk giorno e un hint per trovare la soluzione...
wlog il grafo è connesso. Fisso un punto A e chiamo f(P) per ogni punto P del grafo la parità del numero di archi di E su cui passo per andare da A a P (non dipende dal percorso per ipotesi). Ora $ f^{-1}(1) $ e $ f^{-1}(0) $ è la partizione che dà come taglio (e che taglio!) E.
wlog il grafo è connesso. Fisso un punto A e chiamo f(P) per ogni punto P del grafo la parità del numero di archi di E su cui passo per andare da A a P (non dipende dal percorso per ipotesi). Ora $ f^{-1}(1) $ e $ f^{-1}(0) $ è la partizione che dà come taglio (e che taglio!) E.
Io credo che alcune entità superiori, pur non avendo odore, possano esistere. Esse influenzano le nostre vite in maniera che nessuno scienziato può comprendere.
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Hehe! Devo dire che ho messo il titolo in romanesco in omaggio a piever, che sta trattando bene tutti i miei problemi di teoria dei grafi. Quindi è appropriato che a risolverlo sia stato un altro romano.
Mancano un po' (molti) dettagli, ma la soluzione è sostanzialmente giusta. Bravo!! Se hai voglia, esplicita un po' meglio il tutto, a beneficio del forum. Ad esempio: un'implicazione è banale, perché? Come si dimostra il lemma? Perché la tua costruzione risolve l'implicazione non banale? Etc etc...

Mancano un po' (molti) dettagli, ma la soluzione è sostanzialmente giusta. Bravo!! Se hai voglia, esplicita un po' meglio il tutto, a beneficio del forum. Ad esempio: un'implicazione è banale, perché? Come si dimostra il lemma? Perché la tua costruzione risolve l'implicazione non banale? Etc etc...
- federiko97
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Orgoglioso di essere romano (mi pare fosse un vecchio manifesto pubblicitario di Veltroni: ricorda molto il "Fiero di essere Lensese - sangue e onore!" di una bandiera di una inverosimile e probabilmente non fortissima squadra di calcio francese) aggiungo volentieri i dettagli che mancano...
Prima di tutto, se E è un taglio, ogni ciclo del grafo contiene un numero pari di archi di E: infatti ogni volta che passo su un arco di E vado da un blocco all'altro dei vertici del grafo, visto che devo tornare al blocco di partenza, farò questa cosa un numero pari di volte...
Lemma: se un grafo non ha cicli di lunghezza dispari, allora è bipartito (l'altra freccia è banale). Wlog il grafo è connesso (sennò analizzo singolarmente ciascuna componente conenssa). Fisso un nodo A e dico che un nodo P è bello se il cammino AP ha lunghezza pari (il cammino non è unico, ma se ce ne fossero due di parità diversa, si formerebbe per forza un ciclo di lunghezza dispari). Invece dico che un nodo Q è brutto se AQ ha lunghezza dispari. Ora chiaramente due nodi belli B e C non possono essere collegati tra loro, altrimenti per andare da A a C potrei prima passare per B e poi fare un altro passo fina a C, ottenendo un cammino di lunghezza dispari. Allo stesso modo due nodi brutti non possono essere collegati. Quindi se divido il grafo in nodi belli e nodi brutti lo ho bipartito.
Ora, tornando al problema, se considero del percorso AP non la parità del numero di archi totale (che varia a seconda di che percorso scelgo), bensì la parità del numero di archi di E che incontro, divido il grafo in nodi belli e nodi brutti in questo nuovo modo e noto che:
1) due nodi esteticamente simili non possono essere collegati da un arco di E (stesso ragionamento di sopra)
2) due nodi esteticamente diversi B e C non possono essere collegati da un arco non di E: se lo fossero, vado da A a B, poi da B prendo l'arco non di E che lo collega a C e noto che qualcosa non va (fair is foul and foul is fair - citando le tre streghe di Macbeth).
p.s. sono finalmente finiti finiti i tempi in cui se dicevi "che taglio!" a uno stage, un buon 95% della gente si girava e ti guardava con aria perplessa
Prima di tutto, se E è un taglio, ogni ciclo del grafo contiene un numero pari di archi di E: infatti ogni volta che passo su un arco di E vado da un blocco all'altro dei vertici del grafo, visto che devo tornare al blocco di partenza, farò questa cosa un numero pari di volte...
Lemma: se un grafo non ha cicli di lunghezza dispari, allora è bipartito (l'altra freccia è banale). Wlog il grafo è connesso (sennò analizzo singolarmente ciascuna componente conenssa). Fisso un nodo A e dico che un nodo P è bello se il cammino AP ha lunghezza pari (il cammino non è unico, ma se ce ne fossero due di parità diversa, si formerebbe per forza un ciclo di lunghezza dispari). Invece dico che un nodo Q è brutto se AQ ha lunghezza dispari. Ora chiaramente due nodi belli B e C non possono essere collegati tra loro, altrimenti per andare da A a C potrei prima passare per B e poi fare un altro passo fina a C, ottenendo un cammino di lunghezza dispari. Allo stesso modo due nodi brutti non possono essere collegati. Quindi se divido il grafo in nodi belli e nodi brutti lo ho bipartito.
Ora, tornando al problema, se considero del percorso AP non la parità del numero di archi totale (che varia a seconda di che percorso scelgo), bensì la parità del numero di archi di E che incontro, divido il grafo in nodi belli e nodi brutti in questo nuovo modo e noto che:
1) due nodi esteticamente simili non possono essere collegati da un arco di E (stesso ragionamento di sopra)
2) due nodi esteticamente diversi B e C non possono essere collegati da un arco non di E: se lo fossero, vado da A a B, poi da B prendo l'arco non di E che lo collega a C e noto che qualcosa non va (fair is foul and foul is fair - citando le tre streghe di Macbeth).
p.s. sono finalmente finiti finiti i tempi in cui se dicevi "che taglio!" a uno stage, un buon 95% della gente si girava e ti guardava con aria perplessa

Io credo che alcune entità superiori, pur non avendo odore, possano esistere. Esse influenzano le nostre vite in maniera che nessuno scienziato può comprendere.
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Cambia poco, perché d'ora in poi ti diranno: "di che grafo?!?", con la stessa aria perplessa.federiko97 ha scritto:p.s. sono finalmente finiti finiti i tempi in cui se dicevi "che taglio!" a uno stage, un buon 95% della gente si girava e ti guardava con aria perplessa
Benissimo per la dimostrazione.
2 note stilistiche: tradizionalmente la dimostrazione del lemma si fa considerando un albero di copertura radicato del grafo, perché viene più pulita la parte in cui dimostri che è ben definita la parità dei nodi (semplicemente la definisci come parità della profondità del nodo), ed anche la parte successiva è meno problematica.
E la freccia non banale del teorema viene bene contraendo gli archi di G che non sono in E. Il multigrafo risultante è bipartito per il lemma (che vale anche per i multigrafi, con dimostrazione identica...).