Ecco il pisano (che poi non è di Pisa, ma pazienza) dall'ego smisurato. Come premessa mi assumo la responsabilità totale delle varie selezioni degli ultimi anni, seppur sempre concordate dopo lunghe discussioni con alcuni dei collaboratori più fidati.
Di temi ne sono stati sollevati parecchi, quindi finirò per essere lungo.
Criteri di selezione al PreIMO I criteri per i vari stage sono noti da tempo, e per il PreIMO basta vedere il
thread dell'anno scorso per dimostrarlo. Più che un algoritmo preciso si tratta di regole generali: se sei giovane e ignoto basta un buon Cesenatico, se sei verso gli ultimi anni e/o noto serve un Cesenatico ottimo e/o buone prestazioni negli stage precedenti. Di solito queste regole producono una fascia SI, una fascia NO, ed una fascia BOH. Nella fascia BOH si discute a lungo, ed in genere alla fine si propende per il SI nel caso di Senior e WC, e per il NO nel caso del PreIMO. La ragione è semplice: il PreIMO non è uno stage di alfabetizzazione dove si spiegano le cose da zero (quello è il Senior), quindi non ha senso venire se non al termine di un lungo processo (Matteo, mi spiace, ma Bezout è proprio il primo passo, e sta a quello che serve in un'IMO come la tabellina del 3 sta a quello che serve per superare gli esami del primo anno in università ...). Senza quel tipo di alfabetizzazione, venire al PreIMO è controproducente, ed un ragazzo dotato, ma "vergine" olimpicamente, passa una settimana d'inferno tornando a casa convinto di essere una pippa. Anche chi è alfabetizzato, segue con interesse lo stage solo se ha un obiettivo concreto, come la possibilità di giocarsi il posto in squadra ora o in uno dei prossimi anni, oppure se è già navigato, come chi ha al collo una medaglia. Per questo gli inserimenti di gente nuova al PreIMO sono limitati a casi eccezionali.
Venendo all'anno in corso, prendendo solo medaglie internazionali + quelli che sono a meno di 5 punti dal quarto posto, si ottengono già 16 persone. A questi abbiamo aggiunto gli ori che erano messi ragionevolmente al WC. Dov'è l'arbitrio? I criteri sono sostanzialmente solo numerici. Il dubbio di aver sbagliato? Quello c'è sempre. Anzi, a volte c'è la certezza. L'anno scorso "sapevo" di aver sbagliato, ma i numeri non mi consentivano di fare diversamente. Oggi l'"errore" torna con un oro internazionale al collo, e forse mi avrà perdonato. Diffidate di chi non sbaglia mai ...
Gli errori al PreIMO non sono fatali, visto che tutti i MAH saranno spesati al Senior, dove potranno iniziare il percorso del prossimo anno. Tra questi ovviamente c'è quello che avete nominato voi (e che magari, poverino, sarà imbarazzatissimo dal clamore suscitato dal suo caso), ma non solo: ci sono anche altri casi "border line" che nessuno cita, forse ancora più eclatanti, ma che ho ben presenti. Tra parentesi: cosa si perde uno che non viene al PreIMO ma verrà al Senior? La possibilità di lavorare sui problemi? No, saranno sul web alla fine dello stage, e anzi dovrà probabilmente scriverne le soluzioni per venire al Senior. La possibilità di ascoltare le spiegazioni dei pisani? No, ogni singola parola sarà sul web! La possibilità di interagire con gli altri stagisti? Sì, ma a leggere certi messaggi sembra che non ci si perda nulla ...
Criteri di selezione delle squadre Qui il numero la fa da padrone. Citate tutti il caso del povero Scavia, ma ci tengo a precisare che non è stato escuso per colpa di un arbitrio, cioè non c'è stata nessuna inversione di classifica. Lì c'era un sostanziale pareggio tra sesto e settimo, ed una decisione andava presa. Per l'IMO sarà forse peggio, visto che ci sono 9 persone in 5 punti che si giocano 3 posti, sempre che quelli sopra, i cui scongiuri sono scontati, non abbiano un crollo.
Come si entra nel giro? Edoardo, quello che tu dici sarebbe giustissimo, se fosse vero. Tu dici "come fai ad avere 12 "pise" sul "curriculum" o mille punti WIBS se non ti chiamano perché ci sei stato poche volte". E' proprio il contrario: il caso che voi citate non è stato chiamato proprio perché c'era già stato! La prima volta si entra (di solito al Senior) con un buon Cesenatico oppure volontari (ma ricordo che al Senior ci sono borse di studio che trasformano volontari in spesati), poi diventa sempre più difficile e dipende dai risultati precedenti. Inoltre, quando dico "dipende dai risultati precedenti" vuol dire che te la giochi con quelli della tua stessa esperienza (il cut-off per uno con 12 pise è diverso da quello con 1 o 2 pise). Questa è un'implementazione soft di quello che dice Children: le prime 2 volte facile, poi sempre più duro.
Talento vs lavoro Qui è un eterno dilemma, ma è lo stesso in tutti gli sport. Premiare il talento od il lavoro? "Purtroppo" per eccellere servono entrambi. "Purtroppo" il Masai non arriverà da zero in pochi mesi a risolvere un Cesenatico 6, e se anche lo facesse farà l'amara scoperta che quel problema sarebbe al massimo un IMO 1, e lo dice chi quel problema l'ha ideato e pensato di proporlo per Cesenatico e non per l'IMO. Ho virgolettato il "purtroppo", perché il giorno in cui si vorrà premiare il talento puro, assunto di riuscire a definirlo, sarà un premio alla genetica, e Cesenatico e IMO si ridurranno ad inviare un capello per l'analisi del DNA. Che piaccia o no, per arrivare a livello internazionale servono anni di lavoro.
Serve far bene alle IMO? Anni fa c'è stato un dibattito su questo. Non è meglio pensare alle IMO come un premio per chi ha fatto bene a Cesenatico e basta? Basta stage, basta allenamenti intensivi, basta "polli d'allenamento", tanto la Cina non la battiamo e nemmeno la Corea del Nord. E' una posizione ragionevole, ma si scontra contro le facce dei concorrenti di una squadra da 50-esimo posto. Ne ho fatto parte come concorrente e ne ho accompagnate varie come allenatore. Non è un bello spettacolo: ti senti (come concorrente) il figlio di un Dio minore, non puoi parlare con nessuno degli altri paesi perché non capisci nemmeno quello che ti dicono (cos'è 'sto muirhead che tutti hanno usato? e questa retta di Sim(p)son? Double-counting? A scuola da noi non si fa!). Risultato: sei un pesce fuor d'acqua. Ebbene, io ho promesso a me stesso di non vedere più quelle facce, e da quando le cose sono cambiate non le ho più viste, ed anche la socialità internazionale delle nostre squadre ne ha risentito positivamente (come non citare la pizzata collettiva al termine della quale i nostri facevano uno stage ai portoghesi!). A me sembra che la "qualità della vita olimpica" sia davvero cambiata in meglio. Su questo sfondate una porta aperta: ho sempre detto, e forse anche scritto da qualche parte in questo forum, che il momento in cui fermarsi è quello in cui dovessero nascere dissapori interni alla squadra, come si vedono in alcuni paesi. Da noi non è mai successo: le nostre squadre sono sempre state coese e unite, come un gruppo di vecchi amici. Poi può darsi che mi sbagli, e che quello che vedo sia solo una proiezione del mio ego smisurato, ma aspetto dati concreti prima di cambiare opinione.
Qualità del gruppo Ma veniamo ora al punto che mi ha fatto più male leggendo i messaggi precedenti, e cioè le illazioni sui nostri medagliati, definiti addirittura "imbarazzanti". Ma stiamo scherzando? Se vai in macchina con l'automobilista medio, lui dirà che chi va a 10 km/h all'ora in meno è un imbranato, e chi va a 10 km/h in più è un incosciente. Spero che qui si tratti solo di una cosa del genere ... Ma a chi vi riferite? A me sembra gente "normalissima", e potrei allegare centinaia di foto e video da passate competizioni internazionali per documentarlo, fino ai nostri al BMO che giocano a golf, o partecipano al torneo di tennis (

per i risultati, il mio ego ne ha risentito, non c'è più la squadra di Madrid che vinceva la gimkana ...), o che fanno il trenino al "gala dinner". Certo alcuni sono un po' "strani", ma come altro definire chi in una bella settimana di maggio viene a chiudersi per 9 ore al giorno alla luce di un neon per (non) risolvere dei problemi di matematica? O chi si lamenta per essere stato escluso da tale delizia? O chi manda messaggi su questo thread, a partire da children per finire con il sottoscritto. Se i "nostri" ragazzi sono strani, ebbene io sono di sicuro il più strano di tutti, perché non vedo altro modo di definire chi si occupa di questa attività, visti i riconoscimenti di cui gode in ambito accademico, per non dire mediatico.
Perché lo faccio? Perché sono intimamente convinto che gli "imbarazzanti" e gli strani (non solo gli ammessi agli stage, ma anche i MAH, ed i NO che diventeranno SI in futuro) siano ragazzi e ragazze d'oro, la parte migliore della nostra società ed una speranza per il futuro, orgoglio per le loro famiglie, le loro scuole, e per il nostro paese. Ma forse anche questa è solo una proiezione del mio smisurato ego (che non nego, ma senza di quello non si va da nessuna parte in nessuno sport).
Lieto fine Questo purtroppo non c'è. Prese le medaglie, inizia la vita reale, con le sue regole ed i suoi compromessi. Alcuni si perdono, magari vittime di loro stessi e degli stereotipi di normalità che la società gli impone anche da queste pagine. Altri si perdono perché magari la voglia di lavorare non è costante per tutta la vita. Altri proseguono su sentieri dorati finché un giorno prendono un aereo per qualche paese lontano, dove incontreranno i vecchi amici delle gare internazionali, dove saranno accolti a braccia aperte, e da dove non faranno più ritorno, mentre da noi non si fa nulla per trattenerli. Altri prenderenno il mio posto, e si troveranno a passare un pomeriggio a scrivere messaggi come questi invece di preparare il PreIMO.
P.S. Non sono al mio posto per emanazione divina, quindi il mio mandato è sempre a disposizione. Btw, se il settore locale e nazionale vanno abbastanza bene, grazie anche ai volontari che molti hanno citato e a cui va il mio grazie, devo dire che il settore gare a squadre ed il settore internazionale versano in una grave crisi di collaboratori. Chiunque, e sottolineo chiunque, voglia collaborare è bene accetto. Dopo aver vissuto gli stage per un paio d'anni, ed aver vissuto accanto ai ragazzi parlando con loro, forse la prospettiva cambia, e si ha un quadro più chiaro della situazione.