Dunque vediamo se riesco a generalizzare il tutto così da completare (con i suggerimenti di tutti) questo topic.
Poniamo che il passeggero riesca a salire sul tettuccio dell’ascensore così che sia libero di saltare senza che gli cada in testa l’ascensore. A questo punto definiamo il salto “perfetto”:
$ \displaystyle S=\Delta y +\frac{v_0^2}{2g} $
dove $ \Delta y=h_i-h_f $ indica lo spazio percorso da quando è iniziata la caduta libera: con $ h_i $ l’altezza da cui è iniziata la caduta e $ h_f $ l’altezza a cui compie il salto; $ v_0 $ è la velocità dell’ascensore prima che inizi a cadere.
Se il passeggero compie un salto pari ad S per quell’istante sarà fermo rispetto alla Terra, nel senso che avrà velocità zero all’altezza $ h_f $ (cioè quella del salto), infatti il passeggero vedrà l’ascensore allontanarsi dai suoi i piedi. A questo punto o si aggrappa e si salva oppure ricomincia a cadere e arriverà a terra con
$ \displaystyle v=\sqrt{2gh_f} $
se questa non troppo elevata può salvarsi ugualmente
Se il salto del passeggero è inferiore ad S si troverà, nel primo caso, a doversi aggrappare con una velocità superiore zero (starà poi a lui se riesce nell’impresa), oppure nel secondo caso giungerà a terra con una velocità maggiore di $ v $;se il salto sarà superiore ad S egli avrà più tempo per aggrapparsi oppure arriverà a terra con una velocità $ v $ (né di più né di meno).
Naturalmente ho tralasciato gli attriti vari altrimenti potevamo star qua dei mesi a fare delle ipotesi (a meno che qualcuno non si metta dietro a sperimentare).
Scusate se mi sono dilungato un poco però volevo spiegarmi il meglio possibile.
Buona Giornata a tutti