1/0 ???

Analisi, algebra lineare, topologia, gruppi, anelli, campi, ...
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Marco
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Messaggio da Marco »

Oblomov ha scritto:Marco,non vorrei essere offensivo,ma...
Al tempo!

1. Non capisco l'acredine. Non sto sostenendo che tu (o Dimpim) non conosciate i limiti. Sto solo dicendo che cercando di rendere più intuitivi i limiti si corre il rischio di non aiutare affatto chi i limiti non li conosce già, ma solo di aumentarne la confusione.

2. I limiti sono argomento ultra-olimpico (così come tutto il calcolo differenziale). Il Glossario è la sezione dove si parla di tecniche olimpiche e serve alla preparazione alle gare e normalmente ogni intervento al di là del syllabus olimpico è deprecato. Le regole non le ho fatte io (anche se poi le ho scritte ;-)). Non c'è nulla di personale: se un intervento è fuori posto, lo segnalo. (anche a costo di risultare antipatico e frainteso).

3. La definizione rigorosa di limite non l'ho postata per sfoggio di cultura, ma per non lasciare l'impressione al lettore che non conscesse i limiti, che alla fin fine si facesse un gran caso sul nulla. La definizione è complessa e richiede una manciata di conoscenze che uno studente di scuola superiore non ha (paradossalmente nemmeno dopo che ha studiato i limiti...). La cosa intellettualmente più onesta è, a parer mio, lasciare perdere i limiti fin quando non si hanno le armi concettuali per comprenderli.

4. Lo ripeto ancora una volta, anche a costo di essere pedante: non c'è nessun addebito alla tua intelligenza, credimi. E so perfettamente che la definizione nuda e cruda, senza alcuna spiegazione non aiuta a capire.

5. Se ti sei seccato del mio aver definito naif il tuo discorso, mi dispiace, ma non posso farci nulla: il tuo ragionamento non è matematica. Contiene comunque una buona dosa di intuizione, e in questo senso è naif. (il che, sia detto per inciso, non è un'offesa...) Del resto tu stesso concludi l'intervento incriminato dicendo che "non sono considerazioni matematiche"...

Lungi da me il ritenerle farneticazioni, come ho ampiamente spiegato, ciò che ne penso io è che non chiariscano davvero a chi è digiuno dell'argomento il concetto di limite. E' molto più utile (sempre IMvHO) prendere, con molta pazienza e umiltà, la definizione in mano e spiegarla nel suo significato, un pezzettino per volta.

M.
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EvaristeG
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Messaggio da EvaristeG »

Sarò noioso, ma tanto per fare pubblicità,
Regole elementari di utilizzo del forum
FAQ
Dove postare i post
Nell'ultima è ben spiegato a cosa serve il glossario...

Detto questo, svesto i panni da mod...

A proposito del topic, solo alcune cose, magari un po' formali, ma già che ci siamo...
per quell'espressione, 1/0, possiamo immaginare alcune situazioni un po' diverse tra loro...

IN UN CAMPO
Abbiamo un insieme $ \mathbb{K} $ su cui sono definite due operazioni $ +,\cdot $ che hanno ciascuna un elemento neutro $ 0,1 $, possibilmente distinti (altrimenti del nostro K non resta granchè), per cui valgono le proprietà commutativa, associativa, distributiva e tali che ogni numero ha un inverso per l'operazione $ + $ e ogni numero tranne $ 0 $ ha un inverso per l'operazione $ \cdot $. Questo è un campo.
Bene, qui la divisione esiste : a/b è la moltiplicazione di a per l'unico elemento che è inverso moltiplicativo di b. Quindi l'espressione 1/0 non ha senso (un po' come scrivere +/2 o *=2), in quanto 0 non ha un inverso.
Supponiamo per un attimo che invece ci sia $ x $ tale che $ x\cdot0=1 $; bene, allora $ 2\cdot x\cdot0=x\cdot2\cdot0=x\cdot0=1 $, quindi anche 2x è inverso di 0, ma l'inverso è unico (si dimostra) e quindi $ x=2x $, da cui $ x=0 $, ma allora $ 0=0\cdot0=1 $ e dunque il nostro campo è formato dal solo 0, $ \mathbb{K}=\{0\} $.

NELLE MISURE DELLE GRANDEZZE GEOMETRICHE
Un angolo è definito come la parte di piano compresa tra due semirette di comune origine. La misura degli angoli si fa grazie ai criteri di similitudine tra i triangoli (e a un po' di postulati, tipo Eudosso-Dedekind, per poterci fare delle operazioni), introducendo le funzioni trigonometriche e la misura lineare degli archi di circonferenza (ovvero le inverse delle funzioni trigonometriche).
Si passa poi a definire un concetto locale di angolo, l'angolo tra due curve che passano per un punto, come angolo tra le rette tangenti alle curve in quel punto (supposta una sufficiente regolarità delle due curve, in modo da poter avere rette tangenti); questo è un concetto locale perché nel caso di due curve non ha senso parlare di parte di piano compresa tra le due, però si può fare questa cosa :
consideriamo due curve che passano per un punto P, consideriamo tutte le circonferenze di centro P; plausibilmente, prendendo circonferenze abbastanza piccole, i due tratti di curva in essa contenuti si comporteranno all'incirca come le loro rette tangenti, ovvero partiranno da P e arriveranno sulla circonferenza, non proprio come raggi ma quasi; quindi avrà senso prendere l'area del "triangolo" che ha per lati le due curve e il pezzo di circonferenza tra i loro estremi su di essa e fare il rapporto tra quest'area e quella della circonferenza... tale rapporto si stabilizza (ha limite) man mano che i raggi diventan sempre più piccoli.
Tale valore limite è esattamente quello che avremmo ottenuto guardando l'angolo tra due tangenti.
Ora, problema : qual è l'angolo tra una circonferenza e la sua retta tangente ? Secondo entrambe le definizioni, è zero (con le tangenti, è ovvio, con i limiti, basta fare il conto). Ok ... quant'è l'angolo tra due circonferenze tangenti esternamente? Ancora zero. La cosa strana è che questi due angoli sembrano uno il doppio dell'altro, no?
Ok, beh, questa è una proprietà dello zero : 2*0=0... però allora dovrebbe anche venire che l'angolo tra le due circonferenze estern. tang. è la metà di quello tra circonferenza e retta ... che sembra poco probabile e in realtà è falso...
Ecco, qui lo zero va inteso come l'insieme di tutti gli angoli nulli ... che sono tanti zeri diversi e tra loro hanno relazioni : si possono moltiplicare dividere sommare e sottrarre, alcuni sono uguali altri no.
In questo caso 1/0 ha questo senso : posso mettere insieme un certo numero di angoli nulli (e ci sarebbe da chiedersi quale tipo di angoli nulli) per ottenere un angolo di un grado? (o comunque un angolo dato?) Per fortuna, no, non si può.
Però in questo caso la faccenda non è così intuitiva, perchè abbiamo visto che cose geometricamente diverse corrispondono alla stessa misura d'angolo, quindi la struttura di campo che abbiamo messo su queste grandezze è un po' forzata ... tant'è che ci sono tanti angoli nulli non tutti uguali tra loro.
Qui si definiscono allora gli "infinitesimi" cioè si distrugge una delle proprietà portanti dei numeri reali (la proprietà archimedea : cmq scelgo un numero, lo posso sommare a se stesso abbastanza volte da superare qualunque altro numero) e si creano numeri più piccoli di qualunque reale, ma maggiori di zero. La divisione per "zero" a questo punto ha un senso, se per "zero" si intendono questi "cosi" che sono più piccoli di ogni reale, ovvero gli infinitesimi.

NEI LIMITI
I limiti riprendono e sviluppano la struttura spiegata (oddio, accennata malamente) sopra a proposito degli angoli : si considera il comportamento delle funzioni in un punto, ma non solo il valore di dette funzioni, ma anche quanto velocemente e come arrivano a quel valore; tale dato è ininfluente se il valore è un numero reale non nullo, ma diventa importante se il valore è 0 oppure non esiste in quanto infinito (positivo o negativo). Infatti, considerando il comportamento della funzione "vicino" al punto, l'unica funzione zero è quella che vale zero intorno al punto e non solo nel punto.
In questo modo le funzioni $ f(x)=x\ f(x)=x^2 $ nell'origine sono diverse, in quanto, nonostante valgano entrambe zero, intorno all'origine si comportano in maniera differente (la prima ci arriva dritta lungo la diagonale, la seconda ci arriva appiattendosi sull'asse x). E' un po' la differenza tra l'angolo tra retta e circonferenza e l'angolo tra due circonferenze tangenti INTERNAMENTE : sono entrambi "nulli" ma il secondo è molto più nullo del primo, se mi passate l'espressione ...
Anche qui, in quanto questi aggeggi formano cmq un campo (con un po' di fantasia e di classi di equivalenza) o qualcosa di abbastanza simile, la divisione per zero, in quanto elemento zero del campo, non è lecita, però è sensata la divisione per le funzioni che valgono zero nel punto, ammesso che lì intorno si comportino in una certa maniera ... dato di fatto e intuitivo è che gli inversi di queste siano quelle funzioni che vanno all'infinito nel punto, con velocità legata a quella con cui le originali andavano a zero...

Quindi, tutte le piacevoli chiacchiere (sì, un po naif, sì) sul possibile significato di 1/0, di solito riguardano l'idea di qualcosa che "si avvicina a zero" e di cui osserviamo l'inversa durante il suo "avvicinarsi a infinito", qualunque cosa questo voglia dire.

L'ambiguità sta nel fatto che si intende allora come zero qualcosa che in realtà, nel campo (o nella struttura) che stiamo considerando, non è zero, ma che è per sua sventura un infinitesimo e quindi l'inverso di un infinito. In questo ambito, cmq, ci sono teorie precise, definizioni rigorose e formalismo a volontà, per cui anche lì l'espressione 1/0, intesa formalmente non ha senso ... il problema è che si tende troppo a trasferire le operazioni sul campo in operazioni sul campo reale, in cui gli infinitesimi non hanno degna rappresentazione insieme ai valori finiti e quindi vengono associati a zero.
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dimpim
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Messaggio da dimpim »

Giusto per chiarire la mia posizione sugli interventi di Marco (in questi casi è meglio una parola in più che una in meno): io non mi sento per niente offeso dalle sue considerazioni. Sono giovane, sono ignorante, le cose che ho scritto nel mio post di spiegazione dei limiti sono gli stessi concetti intuitivi che hanno formato per primi il concetto di limite, ma che in poco tempo hanno dimostrato tutta la loro fragilità. (Per chi volesse qualche lettura di approfondimento al riguardo: Storia della matematica di Boyer e Che cos'è la matematica? di Courant e Robbins, capitoli sui limiti).

Solo una cosa a dire il vero non ho ben capito:
Marco ha scritto:La cosa intellettualmente più onesta è, a parer mio, lasciare perdere i limiti fin quando non si hanno le armi concettuali per comprenderli.
Quindi, secondo te, è giusto o sbagliato farli alle superiori?
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Oblomov
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Messaggio da Oblomov »

Condivido quanto detto da dimpim:meglio una parola in più che una in meno.
Per Marco:il tuo nuovo messaggio é decisamente più accettabile,quindi accetto appunto le scuse e le accuse e a mia volta ammetto di avere esagerato con l'acredine.Ripeto che non ho tentato di definire il concetto di limite,ma non ha molta importanza.Ci mettiamo la classica pietruzza sopra?
Belli gli interventi di Evariste e edriv,ma a questo punto siamo decisamente al di là della matematica di base e del Glossario.
Beh,saluti e baci.
P.S.Ma cosa vuol dire questo benedetto IMHO(ora declinato nella variante IMvHo) che dite sempre? :?
Oblomov
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MindFlyer

Messaggio da MindFlyer »

Oblomov ha scritto:Belli gli interventi di Evariste e edriv,ma a questo punto siamo decisamente al di là della matematica di base e del Glossario.
E difatti tutto il thread è stato spostato in Matematica non elementare. Nella discussione tra i mod che c'è stata, tutti hanno espresso un parere equivalente a quello di Marco, e si è deciso di spostare tutto in blocco (le alternative erano chiudere/cancellare il thread o solo qualche messaggio).
P.S.Ma cosa vuol dire questo benedetto IMHO(ora declinato nella variante IMvHo) che dite sempre?
In My (very) Humble Opinion.
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Martino
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Messaggio da Martino »

EvaristeG ha scritto:...e dunque il nostro campo è formato dal solo 0, $ \mathbb{K}=\{0\} $.
Inserisco qui un mio dubbio, dato che se ne è parlato: molti sostengono che $ \mathbb{K}=\{0\} $ non sia un campo in quanto sostengono che dato un campo $ \mathbb{K} $, una sua proprietà è che $ \mathbb{K} \backslash \{0\} $ sia un gruppo moltiplicativo. Ora, $ \emptyset $ non è un gruppo perché un gruppo è (tra le altre cose) un insieme non vuoto.
Io sarei più propenso a credere che un campo è un anello in cui tutti gli elementi non nulli sono invertibili. E in questa accezione, $ \{0\} $ è un campo.

Chi ha ragione secondo voi?
"Possono essere anche patate, basta che ci sia l'azione!"
sgiangrag
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Messaggio da sgiangrag »

Cito testuali parole di oblomov:
"Certo si può dire,come ho scritto all'inizio,che volendo proprio dare una parvenza di realtà a qualcosa di assurdo come 1/0 si può dire che é più grande di qualsiasi numero reale[...] ma credo che queste farneticazioni possano essere piacevoli,almeno per qualcuno.Dunque?Come vi sembrano?"
per me sono solo farneticazioni, o almeno, vi prego di correggermi se sbaglio (anche per cultura generale), io penso che il discorso sia questo: 1/0 non ha senso. Non ci sono vaori di x tali che 1/0=x. Inoltre l'infinito non è 1 numero: dire che il limite di -che so..- 1/x=infinito per x che tende a 0 significa solo che 1/x non ha limitazioni mentre non ha senso dire che fa infinito; sarebbe come dire - a meno che qualcuno di voi meno ignoranti di me mi corregga- che in 1 equazione qualsiasi potrei trovare la soluzione Marco: infatti Marco non è 1 numero allo stesso modo in cui l'inifnito non è 1 numero. Se poi vogliamo "proprio dare una parvenza di realtà a qualcosa di assurdo come 1/0" potremmo pure dire che 3/2<1. "e se moltiplico per mille?" avremmo 1500<1000 e continueremmo ad avere proposizioni assurde... ma a che pro? fare delle operazioni su delle proposizioni assurde non fa parte della mentalità del matematico: ma noin qui facciamo matematica. Cito infine:
"Ecco un'altra "dimostrazione" un po' furbesca e per nulla matematica ma certo comprensibile ed interessante del fatto che infinito per zero fa 1..."
se noi intendiamo il prodotto di 2 funzioni , 1 che tende a infinito e l'altra che tende a 0 in alcuni casi la funzione prodotto tenderà ad 1, in altri a 0 in altri ad un altro numero, in altri a infinito ( ma in ogni detrminata funzione prodotto il limite è stabilito e non indeterminato). Se noi intendiamo invece moltiplicare infinito, in sè per sè, * 0 questa cosa non ha senso. E' vero che nei libri di analisi si trova :"casi di indeterminazione: infinito * 0..." ma questo è solo un modo abbreviato per dire che se 2 funzioni tendono l' una a 0 e l'altra a infinito il loro prodotto al limite non da sempre 1 certo numero ma dipende dai casi e può essere qualsiasi numero finito oppure non avere limitazioni, non significa certo moltplicare inifnito in sè stesso per 0, dato che infinito non è 1 numero. Sennò potrei anche chiedermi quanto fa Marco * 2 e ipotizzare che il risultato sia indeterminato e che possa ridare -magari- 1 patata.
Infine - e concludo - infinito significa solo non finito quindi non rappresntabile con 1 numero (che è finito). Mi sembra che questo sia il discorso giusto e che abbia 1 senso mentre credo che quello che faceva oblomov non abbia molto senso e sia solo cercare di trarre delle conclusioni da delle premesse di per sè scorrette. Nel caso sia io nel torto vi prego di avveritrmi in modo da farmi avere 1 buon concetto dell' infinito: possiamo guadagnarci l'un dall'altro. Se vi sono sembratp prepotente e presuntuoso chiedo venia ma vi assicuro che non era mio intenzione.
EvaristeG
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Messaggio da EvaristeG »

Martino, è solo una questione di convenzione : di solito nella definizione di campo si mette il fatto che i due elementi neutri siano distinti, il che equivale a dire che esiste almeno un elemento non nullo; l'unico motivo per cui si fa questa cosa è che il caso degenere in cui 1=0 rende falsi molti teoremi e quindi per evitare di specificare ogni volta "prendiamo un campo K in cui 1 e 0 sono distinti" o "prendiamo un campo K con più di un elemento", si stabilisce direttamente nella definizione di campo che esso abbia almeno due elementi. Questo non da fastidio in quanto si esclude per l'appunto un solo caso, non molto interessante.
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ficus2002
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Messaggio da ficus2002 »

A parlare di 1/0 mi viene in mente il punto all'infinito di una retta. Nel contensto della geometria proiettiva il punto all'infinito è un punto come tutti gli altri.
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Oblomov
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Messaggio da Oblomov »

Per carità d'Iddio!
Il mio messaggio ha scatenato le reazioni furiose di mezzo forum e poco ci manca che chiedano ufficialmente di bannarmi.Oh,a me sembravano gradevoli(su un altro forum sono state molto apprezzate),ma siccome non vi sono proprio andate giù cancello tutto e bona lé.
Basta,la discussione si sta facendo noiosa e sterile,se volete modifico il mio messaggio e faccio sparire quelle "farneticazioni" che sembrano essere peggio di una macchia di sugo su una seta pregiata,o meglio ancora le faccia sparire un qualche moderatore se vi sono parse così fuori dal mondo.Fate un po' voi quel che volete,io lascio questo topic.
Uno stufissimo
OblomovomolbO
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EvaristeG
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Messaggio da EvaristeG »

...off topic e tremendamente pedagogico...
Allora, Oblomov, innanzitutto i moderatori cancellano messaggi solo in casi veramente eccezionali (spam, volgarità gratuite) oppure in casi banali (messaggi doppi), quindi non è nostro compito nè nostra intenzione modificare il forum a seconda dell'evolversi delle discussioni (almeno qui, la storia non la scrivono i vincitori). In secondo luogo, vorrei farti notare che Marco e sgiangrag non hanno attaccato te, ma hanno contestato le idee da te esposte; nessuno ce l'ha con te, semplicemente qualcuno non è d'accordo con quello che dici ... si chiamano discussioni ... fa molto volpe con l'uva andar via appena qualcuno dice "non sono d'accordo".
...fine off topic e pedagogia...
sgiangrag
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Messaggio da sgiangrag »

mah.. in effetti non volevo attaccare nessuno: anzi sono io che mi rimetto in discussione e chiedo se è giusta la mia versione o quella di oblomov... anzi è gradita la risposta di oblomov. A voi la parola!
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Oblomov
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Messaggio da Oblomov »

Per Evariste.
EvaristeG ha scritto:Allora, Oblomov, innanzitutto i moderatori cancellano messaggi solo in casi veramente eccezionali (spam, volgarità gratuite) oppure in casi banali (messaggi doppi), quindi non è nostro compito nè nostra intenzione modificare il forum a seconda dell'evolversi delle discussioni (almeno qui, la storia non la scrivono i vincitori).

Capisco.Ma quando mi é parso di capire che nessuno ha gradito il mio messaggio e anzi l'avete trovato insulso,ho pensato che forse era il caso di fare sparire l'oggetto di tanto scandalo.Niente scolorina allora.
In secondo luogo, vorrei farti notare che Marco e sgiangrag non hanno attaccato te, ma hanno contestato le idee da te esposte; nessuno ce l'ha con te, semplicemente qualcuno non è d'accordo con quello che dici
Lo spero!Sarebbe preoccupante vedere attacchi personali e contumelie ogni volta che uno sbaglia!
Confido che Marco e sgiangrag abbiano semplicemente trovato sbagliate o imprecise il mio messaggio e che abbiano espresso con veemenza le loro opinioni(sarò permaloso,ma continuo a pensare che potevano farmi notare i miei errori più cortesemente.Ma transeat).
... si chiamano discussioni ... fa molto volpe con l'uva andar via appena qualcuno dice "non sono d'accordo".
Occhei,resto.
Per sgiangrag.
Come ho già detto e ridetto(anche se tutti sembrano essere convinti del contrario,io nel mio messaggio ho precisato che non intendo dimostrare che la divisione per zero sia accettabile),1/0 non fa infinito e anche il libro lo precisava.
Certo che partivo da premesse già di per sé scorrette:quando hai detto che nessun numero reale moltiplicato per zero dà come risultato uno puoi anche uscire per andare a pesca.Ma siccome il corso d'acqua più vicino a casa mia é a una quindicina di chilometri,ho provato a mostrare cosa succede se prendiamo per buona l'ipotesi che 1/0 sia reale.
Non so come accertare che 1/0 non si può definire come infinito(non riesco a convincermi del fatto che infinito per zero sia una operazione non accettabile)ma lo prendo per vero.
Da cercare di dimostrare che 1/0 sia superiore ad ogni numero reale a dire che 3/2 é minore di 1 ce ne corre.La tua versione é giusta,ma non credo che quanto ho scritto sia così impreciso o atto a confondere le idee.
In realtà si può "dimostrare" che 3/2 é minore di 1,basta nascondere con astuzia un errore nei calcoli.Nelle "dimostrazioni" del mio messaggio l'errore é invece di tipo concettuale,cioé andare avanti a studiare qualcosa che non c'é.
Comuque sgiangrag hai detto bene:a voi la parola,se proprio non vi va giù quello che ho scritto ignoratelo e ignoratemi.
Saluti e salumi,
Ob
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sgiangrag
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Messaggio da sgiangrag »

allora oblomov, è vero che hai detto che - e anche il libro lo precisava - 1/0 è assurdo ma tu all'inizio del tuo topic hai affermato: "in effetti 1/0 si può considerare infinito, o meglio può essere considerato maggiore di ogni numero reale". E' contro questa tendenza che io cerco di battermi -sempre che io abbia ragione- perchè anch'io 1 volta ragionavo come te ma poi mi sono convertito e mi sono accorto di avere 1 concezione dell'infinito sbagliata. Allora, andiamo per gradi:
1) ammetterai che 1/0 non ha come soluzione 1 numero reale;
2) se non è 1 numero reale allora non si può confrontare con altri numeri reali;
3) ma allora non si può dire che 1/0 è maggiore di ogni numero reale, infatti ammettiamo di definire y=1/0 come si definiscono i numeri immaginari e complessi: allora 1/0 non è reale e così come è assurdo dire che 1 numero immaginario sia maggiore di 1 numero reale così sarebbe assurdo dire che y > di 1 numero reale;
4) anche se definissimo questo y -come definiamo gli immaginari- non credo che potremmo porlo per definizione = infinito. Infatti secondo me dire di moltiplicare 0 * infinito signoficherebbe quindi dire di moltiplicare 0 * 1 mumero non finito di volte e ciò si traduce nel fatto che non deve esistere esistere 1 numero x0 tale che che tu smetti di continuare a sommare 0 dopo averlo fatto 1numero x0 di volte. Ma per qualunque numero moltiplichi 0 sempre 0 ottieni. quindi y non è = infinito, sarebbe semplicemente 1 numero immaginario ( non nel senso che è moltiplicato * (-1)^0.5) che ci siamo inventati. Su questo magari si può discutere ma io sono convinitssimo di ciò.
5) facciamo degli esempi di funzioni prodotto in cui capita l'indeterminazione infinito * 0 e vediamo che non esce sempre 1 come limite risultante: (x^2) * (1/x): il primo tende a infinito e l'altro a 0, semplificando però si ottiene x che tende a inifnito; (x) * (1/x^3) il primo tende a infinito e l'altro a 0, semplifiacndo però si ottiene 1/x^2 che tende a 0;
6) quello che ho fatto prima però non è moltiplicare infinito * 0 ma è 1 limite -che forse non ci crederai ma è 1 concetto rigorosissimo e che ha 1 definizione ( e ti invito a leggerla perchè è molto interessante il concetto preciso di limite). Moltiplicare infinito * 0 non è invece 1 operazione deifinita all'interno dei reali perchè 0 è reale mentre infinito no.
Ti invito comunque a leggerti 1 pò i limiti: sono sicuro che ti apriranno gli occhi.
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Martino
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Messaggio da Martino »

Se permettete esprimo la mia opinione, sempreché sia benaccetta.
Il concetto di 1/0 a parer mio non c'entra niente coi limiti (ma proprio niente), e le scritture $ \frac{1}{0^\pm} $ sono solo comode per capirsi.
Non credo che una persona interessata a cosa sia un limite transiga sul controllare su un testo di matematica che spieghi le cose per bene.
Per questo credo che far volare la fantasia oltre i dogmi a cui stiamo così bene incatenati non possa che giovare: la matematica è costruita sul rigore ferreo, ma non esisterebbe se le persone non rinnovassero ogni volta il proprio pensiero, e non si lasciassero guidare dall'intuizione (per esempio, io spesso mi metto a sognare cosa accadrebbe se 1 fosse uguale a 2).
Quindi non capisco (ma ripeto che questa è solo la mia opinione) cosa Oblomov abbia fatto di male: un conto sarebbe stato affermare con veemenza che 1/0 esiste e apportare prove a sostegno di ciò, ma non mi sembra che questo sia il suo caso, era chiaro fin dall'inizio che l'oggetto della discussione era qualcosa di diverso da quello a cui siamo abituati.

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