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duce87
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Messaggio da duce87 »

<BR>LE FOIBE
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<BR>Probabilmente a molti questa parola non dice nulla, così come Bassovizza e Opicina sono luoghi sconosciuti ai più, ma quella parola quei luoghi rappresentano una delle pagine più tristi e drammatiche della storia Italiana.
<BR>Le Foibe ( dal latino \"fovea\", che significa \"fossa\"); non sono solo voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall\'erosione di corsi d\'acqua, che possono raggiungere anche i 200 metri di profondità, ma rappresentano anche delle inguaribili ferite nella memoria e nella coscienza di molti italiani. In quei luoghi dall\'8 settembre del 1943 e fino a tutto il 1946, in Istria prima e poi nel territorio di trieste e in gran parte della venezia giulia, i partigiani delle formazioni titine, cui erano in qualche caso aggregate formazioni partigiane italiane, usavano le foibe per eliminare, gettandoveli dentro, i \"fascisti italiani, militari o civili che fossero. Ben di rado l\'eliminazione fisica e il conseguente \" infoibamento\" avveniva mediante una semplice fucilazione. Comunemente, prima di essere gettati nelle fosse, gli uomini e le donne, rastrellati e strappati dalle loro case e condannati senza processo alcuno, erano evirati, stuprati, accecati, torturati. Alcuni furono legati a cadaveri con filo spinato e quindi gettati vivi nei crepacci. Il numero così delle persone sterminate non è mai stato accertato. Nelle foibe furono precipitati civili d\'ogni credo e colore politico, colpevoli esclusivamente d\'essere italiani. Ma per questi crimini nessuna ha mai pagato!
<BR>Nei libri di storia a scuola non troverete quest\'argomento, poichè rappresenta un aspetto scandaloso e sconcertante della \"intoccabile resistenza\". La ragione risiede, ovviamente, nei cinquant\'anni del dopoguerra, quando la cultura è stata solo quella dell\'antifascismo. In italia per cinquant\'anni si è volutamente e vergognosamente taciuto su questi fatti. Si è taciuto sulle liste di proscrizione che i titini portarono con loro quando, nel 1943 e nel 1945, invasero trieste e la venezia giulia; si è taciuto sulle migliaia di persone che scomparirono da quei luoghi deportati nei campi di concentramento di Borovnica, Maribor, Aidussina ed altre località della allora Jugoslavia. In mezzo secolo pochi coraggiosi hanno osato andare controcorrente cercando documenti, testimonianze e prove di quello sterminio dimenticato. I sopravvissuti ed i parenti delle vittime aspettano ancora giustizia.
<BR>Ma quante furono le vittime delle foibe? nessuno lo saprà mai! Di certo non lo sanno neanche gli esecutori delle stragi. Questi non hanno parlato e non parlano. D\'altra parte è, pensabile che in quel clima di furore omicida e di caos ben poco ci si curasse di tenere contabilità delle esecuzioni. Sulla base di vari elementi ( escludendo Basovizza dopo ne parleremo ) si calcola che gli infoibati furono alcune migliaia. Più precisamente, secondo lo studioso triestino Raoul Pupo, \"il numero degli infoibati può essere calcolato tra i 4 mila e i 5 mila, prendendo come attendibili i libri del sindaco Gianni Bartoli e i dati degli anglo-americani\". Alle vittime vanno aggiunti i deportati, anche questi a migliaia nei lagher jugoslavi, dai quali una gran parte non conobbero ritorno. Complessivamente le vittime di quegli anni tragici, soppresse in vario modo da mano slavo-comunista, vengono indicati in 10 mila anche più. Belgrado non ha mai fatto o contestato cifre. Lo stesso Tito però ammise la grande mattanza. In alto abbiamo accennato a Basovizza, ma cos\'è? Occorre precisare che questa tristemente famosa voragine non è una Foiba naturale, ma il pozzo di una miniera scavato all\'inizio del secolo fino alla profondità di 256 metri, nella speranza di trovarvi il carbone. La speranza andò delusa e l\'impresa venne abbandonata. nessuno allora si curò di coprire l\'imboccatura e così, nel 1945, il pozzo si trasformò in un grande, orrida tomba. Anche qui i deportati venivano prima catturati poi fatti salire in autocarri della morte questi, con le mani straziate dal filo spinato venivano sospinti a gruppi verso l\'orlo dell\'abisso. Una scarica di mitra ai primi faceva precipitare tutti nel baratro. Sul fondo chi non trovava morte istantanea dopo un volo di 200 metri, continuava ad agonizzare tra gli spasmi delle ferite e le lacerazione riportate nella caduta tra gli spuntoni di roccia. La maggior parte delle vittime venivano prima spogliate e seviziate. Per quanto riguarda specificamente le persone fatte precipitare nella foiba di Basovizza, è stato fatto un calcolo inusuale e impressionante. Tenendo presente la profondità del pozzo prima e dopo la strage, fu rilevata la differenza di una trentina di metri. lo spazio volumetrico - indicato sulla stele al sacrano di Basovizza in 300 metri cubi - conterebbe le salme degli infoibati: oltre duemila vittime! una cifra agghiacciante.
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<BR> \" Ricordo l\'italia di fiume i reduci offesi da fame e terrore e il sogno rinascere a ottobre e gli antichi valori rinascere in me\" ( RICORDI - G. Marconi )
<BR> LE FOIBE: TITO, IL KILLER
<BR>a cura di: Roberto Goglia
<BR>Quest\'uomo, Josip Broz ( kumrovec, Croazia 1892 - Lubiana 1980 ) meglio conosciuto col soprannome di Maresciallo Tito, è il responsabile principale del genocidio di milioni di persone! Eppure, oggi, viene ricordato come un patriota, come una persona da imitare. Nel 1980, ai suoi funerali, oltre alle autorità italiane, c\'erano le più alte cariche dei paesi di mezzo mondo. Quest\'uomo, dopo essersi macchiato di orrendi crimini, è stato inumato con tutti gli onori possibili spettanti ad un capo di stato. Purtroppo non viene ricordato per quello che è stato in realtà: un criminale di guerra!
<BR>I FATTI
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<BR>Dal 3 maggio 1945, per tre giorni e tre notti, le truppe del maresciallo Tito, avide di sangue, si scatenarono, con inaudita violenza, contro coloro che, da sempre, avevano dimostrato sentimenti di italianità. A campo di marte, a Cosala, a Tersatto, lungo le banchine del porto, in piazza Oberdan, in viale Italia, i cadaveri s\'ammucchiarono e non ebbero sepoltura. Nelle carceri cittadine e negli stanzoni della vecchia questura, nelle scuole di piazza Cambieri, centinaia di imprigionati attendevano di conoscere la propria sorte, senza che nessuno si preoccupasse di coprire le urla degli interrogati negli uffici di Polizia, adibiti a camere di tortura. Altre centinaia di uomini e donne, d\'ogni ceto e d\'ogni età, svanirono semplicemente nel nulla. Per sempre. Furono i \"desaparecidos\". Gli avversari da mettere subito a tacere vengono individuati negli autonomisti, cioè coloro che sognano uno stato libero; ai furibondi attacchi di stampa condotti dalla \"voce del Popolo\" si accompagnò una dura persecuzione, che già nella notte fra il 3 e il 4 maggio portò all\'uccisione di Matteo Biasich e Giuseppe Sincich, personaggi di primo piano del vecchio movimento zanelliano, già membri della costituente fiumana del 1921. Assieme agli autonomisti, negli stessi giorni e poi ancora nei mesi che verranno, trovarono la morte a fiume anche alcuni esponenti del CLN ed altri membri della resistenza italiana, fra cui il noto antifascista Angelo Adam, mazziniano, reduce dal confino di Ventolene e dal lager nazista di Dachau secondo una linea di condotta che trova riscontro anche a Trieste ed a Gorizia, dove a venir presi di mira dalla Polizia politica jugoslava, sono in particolare gli uomini del Comitato di liberazione nazionale. La scelta appare del tutto conseguente, dal momento che sul piano politico il CLN è un\'organizzazione direttamente concorrenziale rispetto a quelle ufficiali, delle quali è ben in grado di contestare l\'esclusiva rappresentatività degli antifascisti. Pertanto, per i titini, appare come l\'avversario più pericoloso, sia perchè potenzialmente in grado di diventare il punto di riferimento della popolazione di sentimenti italiani, sia in quanto l\'eventuale accoglimento delle sue pretese di riconoscimento, quale legittima espressione della resistenza italiana, farebbe cadere uno dei pilastri principali su cui regge l\'edificio dei poteri popolari. Ma la furia si scatenò con ferocia nei confronti degli esponenti dell\'italianità cittadina. Furono subito uccisi i due senatori di Fiume, Riccardo Gigante e Icillo Bacci, e centinaia di uomini e donne, di ogni ceto e di ogni età, morirono semplicemente per il solo fatto di essere italiani. Oltre cinquecento fiumani furono impiccati, fucilati, strangolati, affogati. Altri incarcerati. Dei deportati non si seppe più nulla. Cercarono subito gli ex legionari dannunziani, gli irredentisti della prima guerra mondiale, i mutilati, gli ufficiali, i decorati e gli ex combattenti. Adolfo Landriani era il custode del giardino di piazza verdi non era Fiumano, ma era venuto a Fiume con gli arditi e per la sua statura tutti lo chiamavano \"maresciallino\". Lo chiusero in una cella e gli saltarono addosso in quattro o cinque, imponendogli di gridare con loro \"viva la jugoslavia!\". Lui, pur così piccolo si drizzò sulla punta dei piedi, sollevò la testa in quel mucchio di belve, e urlò con tutto il fiato che aveva in corpo: \" VIVA L\'ITALIA\". Lo sollevarono, come un bambolotto di pezza, poi lo sbatterono contro il soffitto, più volte, con selvaggia violenza e lui ogni volta: \" VIVA L\'ITALIA! VIVA L\'ITALIA!\" sempre più fioco, sempre più spento, finchè il grido non divenne un bisbiglio, finchè la bocca piena di sangue non gli si chiuse per sempre. Qualcuno morì più semplicemente. per aver ammainato in piazza Dante la bandiera Jugoslava. Il 16 ottobre del 1945, un ragazzo Giuseppe Librio, diede tutti i suoi diciott\'anni, pur di togliere il simbolo di una conquista dolorosa. Lo trovarono il giorno dopo, tra le rovine del molo Stocco, ucciso con diversi colpi di pistola.
<BR>\" A nessuno di questi eroi, semplici e sconosciuti, l\'italia concederà una medaglia alla memoria\"
<BR>Roberto Goglia
<BR> LE FOIBE: L\'elenco
<BR>a cura di: Roberto Goglia
<BR>FOIBA DI SCANDALCINA sulla strada di Fiume
<BR>FOIBA DI PODUBBO Non è stato possibile, per difficoltà, il recupero. \"Il piccolo\" del 5\\12\\1945 rifrisce che coloro che si sono calati nella profondità di 190 metri, hanno individuato cinque corpi ( tra cui quello di una donna completamente nuda ) non identificabili a causa della decomposizione.
<BR>FOIBA DI DRENCHIA Secondo Diego De Castro vi sarebbero cadaveri di donne, ragazzi dell\'Osoppo
<BR>ABISSO DI SEMICH \" ... Un\'ispezione del 1944 accertò che i partigiani di tito, nel settembre precedente, avevano precipitato nell\'abisso di semich ( presso lanischie ), profondo 190 metri, un centinaio di sventurati: soldati italiani e civili, uomini e donne, quasi tutti prima seviziati a ancor vivi. Impossibile sapere il numero di quelli che furonogettati a guerra finita, durante l\'orrendo 1945 e dopo. Questa è stata una delle tante Foibe carsiche trovate adatte, con approvazione dei superiori, dai cosiddetti tribunali popolari, per consumare varie nefandezze. La Foiba ingoiò indistintamente chiunque avesse sentimenti italiani, avesse sostenuto cariche o fosse semplicemente oggetto di sospetti e di rancori. Per giorni e giorni la gente aveva sentito urla strazianti provenire dall\'abisso, le grida dei rimasti in vita, sia perchè trattenuti dagli spuntoni di roccia, sia perchè resi folli dalla disperazione. Prolungava l\'atroce agonia con sollievo, l\'acqua stillante. Il prato conservò per mesi le impronte degli autocarri arrivati qua, grevi del loro carico umano, imbarcato senza ritorno...\" (Testimonianza di mons. Parentin - da \"La voce giuliana\" del 16\\12\\1980).
<BR>FOIBA DI OPICINA, DI CAMPAGNA E DI CORGNALE \" ... Vennero infoibate circa duecento persone e tra queste figurano una donna ed un bambino, rei di essere moglie e figlio di un carabiniere...\" ( G. Holzer, 1946 ).
<BR>FOIBE DI SESANA E ORLE Nel 1946 sono stati recuperati corpi infoibati.
<BR>FOIBA DI CASSEROVA Sulla strada di fiume, tra Obrove e Golazzo. Sono stati precipitati tedeschi, uomini e donne italiani, sloveni, molti ancora vivi, poi dopo aver gettato benzina e bombe a mano, l\'imboccatura veniva fatta saltare. Difficilissimi i recuperi.
<BR>ABISSO DI SEMEZ Il 7 Maggio 1944 vengono individuati resti umani corrispondenti a ottanta, cento persone. Nel 1945 fu ancora \"usato\".
<BR>FOIBA DI GROPADA Sono recuperate cinque salme. \"... Il 12 Maggio 1945 furono fatte precipitare nel bosco di gropada trentaquattro persone, previa svestizione e colpo di rivoltella \"alla nuca\". Tra le ultime: Dora Ciok, Rodolfo Zuliani, Alberto Marega, Angelo Bisazzi, Luigi Zerial e Domenico Mari...\"
<BR>FOIBA DI VILLA ORìZI Nel mese di maggio del 1945, gli abitanti del circondario videro lunghe file di prigionieri, alcuni dei quali recitavano il Padre Nostro, scortati da partigiani armati di mitra, essere condotte verso la voragine. Le testimonianze sono concordi nell\'indicare in circa duecento i prigionieri eliminati.
<BR>FOIBA DI CERNOVIZZA (PISINO) Secondo voci degli abitanti del circondario le vittime sarebbero un centinaio. L\'imboccatura della Foiba, nell\'autunno del 1945, è stata fatta franare.
<BR>FOIBA DI OBROVO (FIUME) E\' luogo di sepoltura di tanti fiumani, deportati senza ritorno.
<BR>FOIBA DI RASPO Usata come luogo di genocidio di italiani sia nel 1943 che nel 1945. Imprecisato il numero delle vittime.
<BR>FOIBA DI BRESTOVIZZA Così narra la vicenda di una infoibata il \"Giornale di trieste\" in data 14\\08\\1947: \"... gli assassini l\'avevano brutalmente malmenata, spezzandole le braccia prima di scaraventala viva nella Foiba. Per tre giorni, dicono i contadini, si sono sentite le urla della misera che giaceva ferita, in preda al terrore, sul fondo della grotta...\".
<BR>FOIBA DI ZAVNI (FORESTA DI TARNOVA) Luogo di martirio dei carabinieri di Gorizia e di altre centinaia di Sloveni oppositori del regime di tito.
<BR>FOIBA DI GARGANO O PODGOMILA (GORIZIA) A due chilometri a nord-ovest di gargaro, ad una curva sulla strada vi è la scorciatoia per la frazione di Bjstej. A un trentina di metri sulla destra della scorciatoia vi è una Foiba. Vi furono gettate circa ottanta persone.
<BR>FOIBA DI VINES Recuperate dal maresciallo Harzarich dal 16\\10\\1943 al 25\\10\\1943 cinquantuno salme riconosciute. In questa Foiba, sul cui fondo scorre dell\'acqua, gli assassinati dopo essere stati torturati, furono precipitati con una pietra legata con un filo di ferro alle mani. Furono poi lanciate delle bombe a mano nell\'interno. Unico superstite, Giovanni Radeticchio, ha raccontato il fatto.
<BR>CAVA DI BAUXITE DI GALLIGNANA Recuperate dal 31 novembre 1943 all\'8 Dicembre 1943 ventitrè salme di cui sei riconosciute.
<BR>FOIBA DI TERLI Recuperate nel novembre del 1943 ventiquattro salme, riconosciute.
<BR>FOIBA DI TREGHELIZZA Recuperate nel Novembre del 1943 due salme, riconosciute.
<BR>FOIBA DI PUCICCHI Recuperate nel novembre del 1943 undici salme di cui quattro riconosciute.
<BR>FOIBA DI SURANI Recuperate nel Novembre del 1943 ventisei salme di cui ventuno riconosciute.
<BR>FOIBA DI CREGLI Recuperate nel Dicembre del 1943, otto salme, riconosciute.
<BR>FOIBA DI CERNIZZA Recuperate nel dicembre del 1943 due salme, riconosciute.
<BR>FOIBA DI VESCOVADO Scoperte sei salme di cui una identificata.
<BR>Altre foibe da cui non fu possibile eseguire il recupero nel periodo 1943 - 1945.
<BR>- SEMI
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<BR>- JURANI
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<BR>- GIMINO
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<BR>- BARBANA
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<BR>- ABISSO BERTARELLI
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<BR>- ROZZO
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<BR>- IADRUICHI
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<BR>- FOIBA DI COCEVIE a 70 chilometri a sud-ovest da lubiana.
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<BR>- FOIBA DI SAN SALVARO
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<BR>- FOIBA BERTARELLI (pinguente) - Qui gli abitanti vedevano ogni sera passare colonne di prigionieri ma non ne vedevano mai il ritorno.
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<BR>- FOIBA DI GROPADA
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<BR>- FOIBA DI SAN LORENZO DI BASOVIZZA
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<BR>-FOIBA DI ODOLINA Vicino Bacia, sulla strada per Matteria, nel fondo dei Marenzi.
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<BR>- FOIBA DI BECA Nei pressi di cosina.
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<BR>- FOIBA DI CASTELNUOVO D\'ISTRIA \"Sono state poi riadoperate - continua il rapporto del cln - le foibe istriane, già usate nell\'ottobre del 1943\".
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<BR>- CAVA DI BAUXITE DI LINDARO
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<BR>- FOIBA DI SEPEC (ROZZO)
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<BR>- CAPODISTRIA - LE FOIBE -
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<BR>Dichiarazioni rese da Leander Cunja, responsabile della commissione di indagie sulle foibe del capodistriano, nominata dal consiglio esecutivo dell\'assemblea comunale di Capodistria:
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<BR>\"... nel capodistriano vi sono centosedici cavità, delle ottantuno cavità con entrata verticale abbiamo verificato che diciannove contenevano resti umani. Da dieci cavità sono stati tratti 55 corpi umani che sono stati inviati all\'istituto di medicina legale di lubiana. Nella zona si dice che sono finiti in Foiba, provenienti dala zona di S. Servolo, Placido Sansi. I civili infoibati provenivano dalla terra di S.Dorligo della Valle.
<BR>I capodistriani, infatti, venivano condotti, per essere deportati ed uccisi, nell\'interno, verso Pinguente. Le Foibe del capodistriano sono state usate nel dopoguerra come discariche di varie industrie, tra le quali un salumificio della zona...\"
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<BR>Roberto Goglia
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CCG
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