Domanda sull'induttanza

Meccanica, termodinamica, elettromagnetismo, relatività, ...
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Cammy87
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Domanda sull'induttanza

Messaggio da Cammy87 »

In un pomeriggio di intenso studio per l'esame ( :D ) mi è sorto un dubbio.
Si può collegare il fenomeno della corrente autoindotta in un circuito da una variazione di corrente al principio di inerzia?

Provo a spiegarmi meglio. Quando in un circuito ho una variazione di corrente, ho conseguentemente anche una variazione del flusso campo magnetico da esso generato e quindi viene prodotta nel circuito una corrente che si oppone a quella originaria, la cui intensità è data dalla Legge di Faraday-Neuman-Lentz.

Questo mi ha fatto venire in mente il principio di inerzia per il quale un corpo tende a mantenere invariato il suo stato e si oppone alle forze su di esso esercitate.

Spero di essere stato chiaro e scusatemi per questo delirio... che non è frutto solo della mia mente , ma anche di quella di sqrt2...
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hydro
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Messaggio da hydro »

Provo a rispondere in termini abbastanza poco rigorosi...
Penso che il - (meno) davanti alla derivata nella legge di Faraday-Neuman-Lenz sia dovuto proprio a quello, ovvero al principio di conservazione dell'energia. Se pensi ad esempio all'esperimento per cui si mette in movimento relativo un solenoide non attraversato da corrente (1) ad uno in cui invece scorre (2) e si ha una f.e.m. indotta in (1) a causa della variazione di flusso, il campo magnetico prodotto dalla corrente indotta in (1) si oppone a quello in (2) se stai avvicinando i due solenoidi, mentre è concorde se li stai allontanando. Questo perchè per avvicinare i due campi opposti compi un lavoro, che è bilanciato dalla "resistenza" incontrata proprio avvicinando ad esempio due nord magnetici, che si respingono. Il contrario ovviamente se li allontani. Il segno del lavoro compiuto da te e dalla forza dev'essere opposto.
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Flavio5x
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Messaggio da Flavio5x »

L'analogia con le legge di inerzia mi sembra corretta, perché entrambi i casi possono venire spiegati con la conservazione dell'energia.
Immaginiamo un induttore alimentato da un generatore di corrente. Supponiamo che la corrente generata dal generatore sia inizialmente costante. L'energia magnetica immagazzinata dall'induttore è $ \frac{1}{2}Li^2 $ (formula che somiglia molto a quella dell'energia cinetica), e ai capi dell'induttore non c'è f.e.m. Se il generatore però comincia a diminuire la corrente erogata sull'induttore, ai capi di quest'ultimo si sviluppa una f.e.m. avente il segno + sul morsetto dal quale la corrente esce, il che significa che quest'ultimo, per tutto il tempo in cui la corrente diminuisce, si comporta come un generatore di potenza, mentre il generatore di corrente si comporta come un carico, cioè assorbe potenza. Il che significa anche che per tutto questo tempo parte dell'energia che era immagazzinata nell'induttore si trasferisce al generatore, il quale pertanto funge da "freno" perché la assorbe. Quando il processo di diminuzione della corrente si arresta ad un valore di corrente inferiore rispetto al valore iniziale e poi rimane costante, la f.e.m torna ad essere zero e l'energia immagazzinata nell'induttore è nuovamente costante, ma è minore del valore iniziale (come nel caso dell'energia cinetica presente in un corpo che ha rallentato).
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evans
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Iscritto il: 21 nov 2005, 20:52

Messaggio da evans »

Io credo, correggetemi se sbaglio, che i due fenomeni hanno analogie perchè posso essere ricondotti alle leggi della dinamica e quindi ai principi di conservazione. Tuttavia differiscono perchè il primo(l'inerzia) risponde al primo principio mentre la legge di lenz al terzo.
In pratica considerando le differenze tra fem e ddp dobbiamo necessariamente considerare lavori di forze non conservative. Pertanto mi piacerebbe paragonare la forza elettromotrice indotta molto molto lontanamente ad una forza di attrito. E' giusta l'interpretazione?
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