

Se scoprissimo il numero come fondamento di tutta la logica umana, la matematica e la fisica potrebbero essere considerate il fine ultimo a cui tende la conoscenza in generale. Di conseguenza la passione per la matematica sarebbe più che naturale!



Verissimo. Tuttavia, in questa visione, tu non prendi in considerazione gli altri possibili assiomi. Se, per assurdo, fra questi ci fosse anche l'"antinumero" (una specie di "gene dell'odio per la matematica"), dovremmo ammetere che i due geni esistono in concumitanza; di conseguenza, la passione per la matematica deriverebbe dal prevalere del primo sul secondo.faust ha scritto:Se assumiamo che uno di questi assiomi sia quello di "numero", allora ricaviamo che esso deve essere appreso dall' uomo a partire dall'ambiente esterno. A questo punto possiamo pure chiederci se tale assioma è una pura costruzione della mente, oppure un qualcosa che già esiste e viene assorbito.
Se scoprissimo il numero come fondamento di tutta la logica umana, la matematica e la fisica potrebbero essere considerate il fine ultimo a cui tende la conoscenza in generale. Di conseguenza la passione per la matematica sarebbe più che naturale!
Male, molto male. Dovrò farti sodomizzare da Topolino per quest'affronto.Gamma Beta ha scritto:Carissimo post233, non rieco a concordare con la teoria dell'antinumero.
il che ti fa capire che non penso esista realmente un antinumero: si trattava di una semplice supposizione che mi è venuta spontanea. In effetti, tu dici:post233 ha scritto:Se, per assurdo, fra questi ci fosse anche l'"antinumero"
il che è perfettamente simile a quello che devono avere pensato i pitagorici nello scoprire gli irrazionali (l'illimitato, ovvero l'imperfetto, può scaturire anche da qualcosa di finito e pertanto perfetto): tuttavia, sarei più cauto nel paragonare la nostra mente ad un computer. Innanzi tutto, come hai premesso tu stesso, lasciamo da parte il concetto di Antivirus: come dice lo stesso Platone attraverso le labbra di Socrate, non è possibile cancellare un pensiero che qualcuno ci insinua nel cervello (guarda caso, nel dialogo in questione si trattava del sommo Protagora, un SofistaGamma Beta ha scritto:Chi lo dice, infatti, che lo stesso concetto di Numero, applicato in una certa rete neurale, non arrivi a odiare se stesso?
Va bene, è possibile che io mi stia rimbecillendo; se ho ben capito la tua tesi del post precedente, tu sostieni, senza però confondere la mente umana con un processore elettronico, che sia possibile individuare una similitudine fra il concetto di Numero e una cpu, giusto?Gamma Beta ha scritto:Penso che post233 abbia travisato il mio discorso. Io intendevo costruire una similitudine, quando ho citato cervello, computer ecc. Io stesso rifiuto l'idea che il nostro cervello lavori come una macchina.
Rilancio: in quest'ottica l'esistenza di esseri pensanti è condizione necessaria per l'esistenza dell'universo. Possiamo affermare anche che sia sufficiente? In altre parole, siamo proprio certi che l'universo esista? E noi che lo pensiamo, esistiamo senza ombra di dubbio soltanto perché siamo in grado di pensare noi stessi pensanti (citazione molto aristotelico-guccinesca)?Gamma Beta ha scritto:Oppure: l'universo esisterebbe lo stesso, ma, non essendoci una mente che lo possa pensare, è come se non esistesse. Però, dal momento che esistiamo, siamo relegati nella nostra situazione di esistenza epossiamo solo affermare che l'universo esiste in virtù di quest'ultima.